voglio separarmi da mio marito ma non lavoro
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Mi chiamo Giulia, sono insieme con mio marito da 20 anni e vorrei separarmi ma non ho coraggio. Sono ormai 5 anni che il nostro rapporto si è rotto, da quando ho scoperto un tradimento con una sua collega. Non ho coraggio di separarmi soprattutto per via dei nostri figli, ma non solo. Abbiamo un maschio ed una femmina, entrambi adolescenti, e sono loro che mi trattengono dall’affrontare un divorzio o una separazione. Mi rendo conto, che, per loro, potrebbe essere difficile crescere, senza dei punti di riferimento costanti, avere un padre e una madre presente, ma vorrei spiegarvi meglio la situazione. Da premettere che è un pò di tempo che propongo a mio marito di intraprendere un percorso di terapia di coppia, ma lui non ne vuole sapere.
Eravamo due ragazzini quando ci siamo giurati l’eterno amore. Io provenivo da una famiglia non proprio perfetta, mio padre praticamente non c’era quasi mai. In lui ho visto una roccia, un uomo forte che mi ha reso una donna felice, dandomi due figli fantastici e crescendoli bene. Lui infatti, è stato un buon padre, e anche un buon marito fino appunto a 5 anni fa, da quando con la scoperta del tradimento siamo entrati in crisi. Da quel giorno, abbiamo parlato molto su noi due, sul nostro rapporto e su quello che avevamo costruito fino a quel momento. Abbiamo provato per un pò a superare questi ostacoli matrimoniali, ma dopo un suo piccolo e breve sforzo, la maggior parte del lavoro per recuperare dovevo farlo io. Sono arrivata oggi, alla conclusione, che vorrei separarmi da lui, dopo 5 anni di crisi, fondamentalmente perchè penso di avercela messa tutta per recuperare, ma purtroppo solo da parte mia. Non ho coraggio di separarmi non solo per i figli, ma anche perchè lui ogni tanto mi da qualche speranza, quando mi dice che a lui mancherebbe molto la nostra famiglia, che ha bisogno di noi, dei nostri figli, e che riguardo me, non sa quello che prova e che deve capire. Questo “non sa quello che prova” mi fa sentire combattuta, ed è anche per questo conflitto interiore che un po vorrei lasciarlo ma non ho coraggio. Ho paura che lui un giorno possa ricredersi, tornare sui suoi passi, e per me sarebbe un dolore doppio, perchè conoscendomi quando prendo una decisione, è quella definitiva. Cosa potrei fare? E se poi rimango sola? Che fine faranno i miei figli, come la prenderanno?
Queste sono tutte domande che mi pongo e mi ostacolano nella scelta, perchè a 45 anni non ho la testa per rifarmi una vita con un’altra persona, almeno non per il periodo dopo la separazione, e poi non voglio dare ulteriori sofferenze ai miei figli. La mia paura è anche che se riuscirei mai a riprendermi, non avrò più l’età per farmi una sana storia d’amore con un altro uomo.
Questo conflitto mi travolge, non mi fa star bene, non riesco a dormire tranquilla, e nell’ultimo periodo ho anche attacchi di ansia o di panico ( sinceramente non so fare una giusta distinzione), con una forte tachicardia. Insomma, vorrei separarmi ma non ho coraggio per diversi motivi e paure.
Cara Giulia,
Grazie per aver condiviso la tua storia. È evidente che ti trovi in un momento di grande difficoltà emotiva, combattuta tra il desiderio di chiudere un capitolo doloroso della tua vita e la paura di ciò che ne conseguirà. Il tuo conflitto interiore è del tutto comprensibile e, leggendo le tue parole, emerge chiaramente quanta sofferenza hai portato con te in questi anni.
Separarsi dopo 20 anni di matrimonio non è mai una scelta semplice, soprattutto quando ci sono figli di mezzo. Ti chiedi se sia giusto per loro, se stai facendo la cosa migliore, se soffriranno. È normale. Ma c’è una domanda che forse dovresti porti con più attenzione: che messaggio stanno ricevendo i tuoi figli oggi?
Vivere in un ambiente in cui un genitore è infelice, in cui esiste tensione, frustrazione e forse anche un amore ormai svanito, non è sempre il miglior esempio di famiglia che si possa dare. Spesso, i figli soffrono non tanto per la separazione in sé, quanto per il clima emotivo che percepiscono in casa.
La paura di rimanere soli è una delle paure più comuni quando si pensa a una separazione, soprattutto dopo una lunga relazione. È umano temere il cambiamento e l’incertezza del futuro. Ma essere sola non significa essere abbandonata o non avere più opportunità di amare. Significa anche riscoprire se stessi, riprendere in mano la propria vita, imparare a stare bene prima di tutto con sé.
E poi, come fai a sapere cosa accadrà domani? Oggi pensi di non avere più l’età per una storia d’amore, ma forse un domani potresti scoprire che il vero amore non è legato agli anni, ma al momento giusto.
Il fatto che tuo marito, ogni tanto, lasci intendere di non voler perdere la famiglia ti mette ancora più in crisi. È normale. Ma è anche importante chiedersi: quanto di questa speranza è basata su fatti concreti e quanto su parole che non si traducono in azioni?
Hai provato per anni a ricostruire, hai dato tutto quello che potevi, eppure sei ancora in questa situazione. Lui stesso ti dice di non sapere cosa prova. Questo lascia intuire che la confusione, più che tua, sia sua. Ma intanto sei tu a portarne il peso.
Un’altra paura molto comune riguarda l’indipendenza economica. Se non lavori, è normale avere timori su come mantenerti dopo una separazione. In questo caso, è fondamentale informarti su quelli che potrebbero essere i tuoi diritti:
Gli attacchi d’ansia, la tachicardia, la difficoltà a dormire sono segnali importanti. Il tuo corpo e la tua mente ti stanno comunicando che stai sopportando troppo. E quando il nostro corpo ci parla, dovremmo ascoltarlo.
Questa situazione ti sta consumando e, se continui a rimandare, il rischio è che il tuo malessere si aggravi. È qui che dovresti chiederti: voglio davvero continuare a vivere così per altri anni?
Non devi prendere una decisione immediata, ma puoi iniziare a fare piccoli passi per chiarirti le idee:
Cara Giulia, non esiste una scelta giusta o sbagliata, esiste solo quella che ti permetterà di sentirti più in pace con te stessa. Ascoltati, perché meriti di essere felice.
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