Con la parola Ortoressia si indica l’ossessione per la qualità del cibo che si ingerisce. Oggi, fortunatamente, stiamo assistendo a un netto aumento della consapevolezza alimentare delle persone. Questo significa che prestiamo sempre più attenzione alla qualità, alla provenienza e alla lavorazione del cibo che consumiamo.
ortoressia
Anche se in linea generale questo è un comportamento molto positivo, che assicura grandi benefici al nostro organismo, può portare a gravi disturbi del comportamento alimentare e un logoramento dei rapporti sociali.
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Tutti abbiamo conosciuto una persona particolarmente salutista, che dedica moltissimo tempo e impegno al mantenimento di una buona forma fisica. Chi cura il proprio fisico finisce necessariamente per prestare anche la massima attenzione a come vengono “costruiti” i suoi pasti.
La preoccupazione principale di una persona attenta alla forma fisica diventa, quindi, esercitare il massimo controllo possibile sulla quantità di cibo che viene ingerito e, di conseguenza, sulla quantità di calorie che viene assimilata.
A differenza di chi vuole ottenere o mantenere una forma fisica eccellente, chi soffre di ortoressia non focalizza la propria attenzione sulla quantità del cibo ma esercita un controllo totale sulla qualità del cibo che ingerisce.
Per farlo è disposto a eseguire controlli estremamente accurati su ogni caratteristica degli alimenti che consuma. Può trascorrere molti minuti, anche ore nel peggiore dei casi, a leggere le etichette degli alimenti confezionati prima di acquistarli; può decidere di eliminare dalla propria dieta alcuni cibi perché non vengono coltivati o prodotti con metodi biologici; può decidere di spendere cifre esorbitanti per acquistare prodotti provenienti solo da determinati luoghi o da determinate aziende degne di fiducia.
In questi comportamenti non è difficile individuare cenni di disturbo ossessivo compulsivo, che si manifesta anche in forme severe in chi soffre di ortoressia.
Una volta ottenuto il tipo di cibo che “può mangiare”, chi soffre di questo disturbo impiega moltissime energie mentali e fisiche nella preparazione delle pietanze nel “modo corretto”. Lo scopo è sempre quello di mantenere il più possibile inalterate le proprietà nutritive degli ingredienti, e non importa quanto tempo o quanta energia necessiterà una determinata preparazione: cucinare “nel modo giusto” è sentito come una necessità assoluta.
Come si vede, gli standard alimentari sono mantenuti sempre altissimi, tanto da implicare la costruzione di veri e propri rituali per la selezione, la preparazione e la consumazione degli alimenti. Non riuscire ad attenersi a questi rituali implica un profondo senso di colpa a cui la persona cerca costantemente di non esporsi.
Per poter eseguire i propri rituali nella maniera più corretta, la persona che soffre di ortoressia tende a isolarsi.
Oltre a vivere da sola e cucinare autonomamente i propri pasti, da un certo punto in poi eviterà tutte le occasioni sociali che implicano la consumazione di cibo “non conforme” al suo ideale. Nei casi più estremi potrebbe arrivare addirittura a rompere relazioni e rapporti di amicizia con persone che non accettano o che non si conformano al suo modo di mangiare.
Apparentemente la persona con ortoressia non soffrirà di questo isolamento, poiché avrà sviluppato la certezza di essere superiore a tutti coloro che la circondano dal punto di vista etico e dal punto di vista della disciplina.
Ortoressia e anoressia sono entrambi disturbi del comportamento alimentare. Chi ne soffre sente il bisogno di esercitare un controllo totale sulla propria alimentazione e, in ultima analisi, sul proprio corpo.
Le conseguenze di questa ferrea disciplina sono di livello fisico e mentale. A livello fisico chi soffre di entrambi questi disturbi può arrivare a soffrire di denutrizione più o meno severa. A livello mentale il senso di colpa causato dal mancato rispetto delle regole sarà un compagno costante degli anoressici e degli ortoressici.
La differenza sostanziale tra i due disturbi sta nel fatto che gli anoressici ingeriscono poco cibo al fine di modellare il proprio corpo, mentre gli ortoressici ingeriscono poco cibo perché è difficile procurarsi e preparare “cibo puro”.
In pratica, gli ortoressici non sono interessati al proprio aspetto. Non vogliono raggiungere un “aspetto ideale” ma hanno un’idea distorta di benessere fisico.
Come per tutti i disturbi del comportamento alimentare, l’approccio curativo migliore non è quello farmacologico. Al contrario, si predilige una terapia psicologica che possa correggere un rapporto squilibrato con il cibo.
La mindfullness può essere uno strumento molto utile per imparare a controllare ansia e sensi di colpa legati alle mancato rispetto dei rituali di preparazione del cibo, ma anche la terapia psicologica breve è in grado di fornire degli strumenti estremamente efficaci nella gestione dei tipici sintomi dell’ortoressia.
Se credi che l’ossessione del mangiar sano abbia avuto un impatto negativo sulla tua vita sappi che ogni momento è quello giusto per cambiare questa situazione e tornare ad avere il controllo della tua vita alimentare, emotiva e sociale. Contattami per un colloquio preliminare: parleremo del tuo caso e capiremo insieme qual è l’approccio migliore per aiutarti.
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