Quando si soffre d’ansia si vive spesso con una pesante e persistente sensazione di oppressione al petto che a lungo andare può peggiorare sensibilmente la qualità della vita di un paziente e la sua serenità.
Come ho scritto nel mio libro “Mai più ansia”, spesso è questa spiacevole sensazione che ci porta a chiedere un aiuto al 118. La prima cosa che si pensa, è che possa essere un infarto.
Vediamo da cosa dipende questo tipo di fastidio e soprattutto come gestire una situazione che, a lungo andare, potrebbe essere addirittura invalidante a livello psicologico per un paziente.
Alla fine dell’articolo troverai il mio video sul senso di oppressione al petto
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Questo particolare disturbo, che deve essere necessariamente collegato all’ansia, si manifesta in maniera differente in ogni paziente.
I sintomi principali sono:
Occorre sottolineare quindi che i sintomi specifici sono differenti a seconda della situazione e che, pertanto, ogni persona potrebbe sperimentare un fastidio che un’altra potrebbe non provare.
A livello generale, in maniera scollegata dal disturbo d’ansia, quel senso di oppressione al torace si sente quando aumenta la sudorazione e successivamente si hanno delle difficoltà a respirare.
Il disturbo peggiora nel momento in cui l’ansia subentra e questo implica, come si può immaginare, uno stato di ulteriore agitazione nel paziente: l’impossibilità a respirare correttamente e profondamente porta il panico ad aumentare.
Quando questo accade i respiri diventano sempre più frequenti e meno profondi, fino a rischiare che il paziente entri in iperventilazione e addirittura sperimenti la sensazione di avere il corpo parzialmente paralizzato.
Pertanto il senso di oppressione al petto che si avverte quando si entra in uno stato ansioso, se mal gestito, potrebbe addirittura condurre a un mancamento.
Sostenere che il problema del disturbo al petto quando viene l’ansia è dettato solo ed esclusivamente dallo stato di agitazione e preoccupazione intensa che caratterizzano l’ansia è una risposta non soddisfacente. L’ansia è infatti solo il fattore scatenante di una serie di reazioni dell’organismo che, tutte insieme, provocano il senso di soffocamento e di oppressione al petto di cui stiamo parlando.
La scintilla che fa scattare tutto è una preoccupazione oppure uno spavento: quando si entra in questa condizione, l’organismo che avverte l‘ansia, inizia a far aumentare i battiti cardiaci, accelerandoli.
Nel momento in cui il cuore inizia a pompare più sangue si avverte un aumento della sudorazione e allo stesso tempo si accusa una spossante sensazione di stanchezza.
Ovviamente, a questo genere di problema subentra poi il senso di oppressione al petto: la paura di star male alimenta l’ansia e comporta che il sistema respiratorio inizi a non funzionare correttamente, amplificando il senso di oppressione al petto.
Come primo tipo di soluzione che permette di combattere perfettamente quella sensazione di oppressione al petto derivante dall’ansia vi sono le terapie, che sono suddivise in due gruppi ovvero:
Ogni tecnica di rilassamento è efficace, anche se nei miei video e nei miei articoli consiglio spesso il training autogeno.
È una tecnica che utilizzo e che è molto semplice da imparare ( bastano poche sedute ), ma la cosa più interessante è che dopo averla acquisita, questa tecnica si può tranquillamente mettere in pratica a casa propria.
Altrettanto efficace è lo yoga, così come la meditazione. Ho scritto un articolo su come iniziare a meditare, dando dei piccoli consigli passo passo: il mio scopo è introdurre alla meditazione anche persone che non si sono mai avvicinate a questa pratica.
Le tecniche di rilassamento servono soprattutto per alleviare la tensione. Il senso di oppressione al petto, infatti, è una tensione localizzata in quella zona, ed è tipica dell’ansia, così come anche la tachicardia.
La ISTDP è una tecnica di psicoterapia breve dinamica, molto efficace per i disturbi di ansia e attacchi di panico. Il terapeuta riesce in poche sedute a ridurre la sensazione d’ansia del paziente ma non solo: una terapia dinamica, si entra nel profondo del problema, si lavora sulle emozioni per capire la causa e indurre nel paziente una maggiore consapevolezza.
La terapia ISTDP è unica nella sua specie. Il terapeuta rimane attivo e attento alle emozioni del paziente, riducendo i tempi di guarigione.
Ovviamente ogni persona deve essere predisposta a questo tipo di tecnica. Ecco perché il primo incontro è sempre importante, e serve a stabilire quanto questa tecnica sia adeguata a risolvere le problematiche di un determinato paziente.
È una domanda che mi è stata posta diverse volte e mi sento di chiarire il mio pensiero in merito.
Se ti trovi a vivere una situazione nuova con il dolore al petto o tachicardia, è importante come primo passo escludere che si tratti di cardiopatia, e questo lo si può fare rivolgendosi ad un cardiologo.
Nel momento in cui sai, per certo, che non ci sono problemi di tipo medico, allora è ansia. Una volta accertato questo dato la strada migliore da percorrere è quella della terapia psicologica per affrontare il senso di ansia al petto.
Ho uno studio di psicologo a Bologna, e sono specializzato nell’approccio di psicoterapia breve ISTDP, efficace per i disturbi di ansia e attacchi di panico. Se stai cercando un professionista, non perdere tempo. Contattami al 388 1109978 oppure manda una mail su amletopetrarca@virgilio.it
Bibliografia :
“Mai più ansia” di Amleto Petrarca Paladini, casa editrice aldenia
“Ansia. Come uscire dalla gabbia e riprendersi la vita” di Giampaolo Perna, editore Pickwick
“Parole, emozioni e videotape” di Ferruccio Osimo Francoangeli editore