La prima impressione è quella che conta e molti si fermano alla prima apparenza. Numerosi studi sono stati fatti su questo argomento. Il primo risale al 1946 per opera dello psicologo sociale Solomon E. Ash, il quale fece un esperimento su due gruppi di studenti. A entrambi fu letta una lista elencante alcune qualità, dicendo che si riferiva a una persona reale, e poi fu chiesto loro di descrivere l’individuo che veniva in mente sulla base di quelle caratteristiche. Al primo gruppo fu proposta la seguente lista di tratti: intelligente, intraprendente, pratico, caldo, critico, ostinato invidioso. Al secondo gruppo fu presentata una lista con aggettivi disposti in ordine inverso. I risultati evidenziarono che il giudizio espresso dagli studenti sulla persona da valutare era fortemente condizionato dalle prime impressioni. In pratica il professor Asch, con questo e altri esperimenti, volle dimostrare che le informazioni che si ricevono per prime influenzano quelle successive. Recentemente anche lo psicologo Nicholas Rule, dell’Università di psicologia di Toronto ha pubblicato degli studi che confermano la forza della prima impressione, talmente potente da impedire di cambiare opinione in un secondo momento. “Non appena vediamo un’altra persona, si crea l’impressione-ha sottolineato Rule- e questo accade così velocemente che ciò che vediamo può prendere il sopravvento su quello che sappiamo”.
Le valutazioni che si fanno con gli altri, è importante evidenziarlo, si basano non tanto su ciò che si dice o sulle parole che si utilizzano ma, soprattutto, sulla comunicazione non verbale (postura, tono di voce, gesti, sguardi, abbigliamento, espressioni facciali, ecc.).
Quindi il giudizio a caldo può condizionare negativamente i rapporti futuri. Si può evitare questo rischio? La soluzione esiste. Con l’utilizzo di tecniche appropriate si può evitare di lasciarsi influenzare, o anche farsi apprezzare in poco tempo.
Amleto Petrarca
Psicologo-Psicoterapeuta
Fonte: Vita & Salute
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