Quando collezionare diventa una mania. Dalle monete antiche alle medaglie, ai francobolli, alle conchiglie o alle scarpe, borse, ecc… Si trovano in giro collezioni anche più bizzarre, come lattine di bibite, mutande, dentifrici, chiodi.
Secondo un’indagine effettuata da Ipsos Explorer eBay, i collezionisti in Italia sono 7 milioni. Una parte di questi italiani “collezionisti” non sono consapevoli di collezionare, ma semplicemente “mettono da parte” spesso le stesse cose, come i biglietti del cinema o teatro con cui sono andati con il proprio partner, ai bagnoschiuma piccolini trovati negli hotel.
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Da un punto di vista psicologico collezionare significa conservare oggetti che per noi hanno un valore, un significato e che portano a dare un piacere estetico e sensoriale, capace di rappresentare un ottimo ansiolitico, così come un bambolotto è tra le braccia di un bambino. Collezionare è mettere in ordine. E chi è collezionista lo sa molto bene. Si passano momenti di assoluto relax a rivedere la propria collezione, spolverarla, pulirla e rimetterla al posto.
Collezionare, quindi, è un buon passatempo che soddisfa pienamente i collezionisti e il loro benessere psicofisico. A volte, però, collezionare rischia di diventare una patologia, un ossessione che poi diventa difficile da estirpare. Le premesse per pensare al passaggio patologico è quando si superano determinati limiti. Capita che si investono risorse economiche importanti, e l’hobby diventa sempre più costoso, a volte a discapito anche delle esigenze primarie. Il collezionismo inizia a diventare invasivo rendendo difficile la vita a se stessi e ai propri conviventi. La casa o il garage diventano veri e propri magazzini dove stipare gli oggetti da collezione. A volte, invece, questa tendenza a stipare non riguarda gli stessi oggetti, ma tutto in generale, e questo modo di “collezionare” viene considerata sindrome del rigattiere, cioè colui che raccoglie tutto e non butta via niente. In termini scientifici si chiama disposofobia. Alla base della mania di riempire la casa di oggetti c’è spesso il desiderio di colmare un vuoto psicologico, in seguito ad un grosso trauma.
Freud era un grande collezionista di reperti antichi di tipologia greca, romana ed egizia. Fu egli stesso ad ammettere di aver letto più di antichità che di psicologia. Possedeva oltre 2000 reperti storici. Secondo Freud vi era un nesso tra il collezionismo ed erotismo, definendo l’oggetto collezionato una sorta di feticcio erotico che ci mette al riparo dall’angoscia.
Per concludere si potrebbe dire che chi ha un parente, un familiare che colleziona e vuole capire se si tratta semplicemente di collezionismo o mania, dovrebbe stare attento alla modalità. Come accennato sopra, dovrebbe prestare particolare attenzione se si spendono molti soldi per questi oggetti, e quindi il collezionare diventa un hobby che va al di là delle proprie capacità economiche, e anche lo spazio che si occupa per stipare questi oggetti. In tal caso si dovrebbero capire le reali motivazioni che spingono questa persona al collezionismo.