Ci sono persone che vivono la propria vita con la concreta paura di poter impazzire da un momento all’altro.
Queste persone hanno il terrore di perdere il controllo delle proprie funzioni mentali e soprattutto delle proprie emozioni, inoltre trascorrono gran parte della propria vita ad analizzare il passato, per individuare i comportamenti che potrebbero essere considerati “indizi” di pazzia, e a rimuginare sul futuro per tentare di prevedere il momento o le occasioni in cui la follia potrebbe manifestarsi.
paura di impazzire
Da cosa si genera questa paura? E che relazione ha con l’educazione ricevuta da bambini?
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A livello concreto la paura di impazzire si manifesta attraverso un perenne senso di allarme che spinge la persona ad analizzare continuamente e minuziosamente il proprio comportamento, le proprie parole, i propri pensieri e le proprie pulsioni, nel tentativo di cogliere immediatamente qualsiasi indizio di “follia”.
Le persone con questo disturbo soffrono in pratica di una certa forma di ipocondria relativa esclusivamente alla salute mentale che viene scientificamente definita Psicopatofobia. Quest’attenzione perenne però tende ad amplificare la gravità di qualsiasi segnale, che venga dalla mente o dal corpo.
Qualsiasi sintomo corporeo, qualsiasi piccolissimo cambiamento nelle normali funzioni dell’organismo o della mente è percepito come un pericolo imminente per la propria sanità mentale.
Esattamente come qualsiasi altro ipocondriaco, una persona che convive con la paura di impazzire ricerca continue rassicurazioni, si sottopone costantemente (quando è possibile) a test e controlli di ogni tipo, si confronta con medici, specialisti, persone amiche pur di convincersi di essere normale e di non essere a un passo dalla follia.
Ad alimentare la paura di impazzire contribuisce anche la storia clinica familiare: se in famiglia ci sono persone alle quali sono stati diagnosticati disturbi mentali di vario tipo ed entità, una persona sensibile all’argomento svilupperà più facilmente la paura di essere come “la vecchia zia pazza”.
Le persone ansiose hanno un enorme bisogno di esercitare il controllo su ogni aspetto della propria vita al fine di moderare l’ansia rendendola gestibile o tollerabile a livello emotivo.
Ansia e psicopatofobia sono quindi profondamente legate, poiché la psicopatofobia è un enorme generatore d’ansia e, naturalmente, aver sviluppato comportamenti ansiosi tende ad aumentare la possibilità di sviluppare psicopatofobia, poiché si interpreterà l’ansia eccessiva come un “chiaro” sintomo di follia.
Inoltre, le emozioni incontrollabili mettono in crisi per loro stessa natura il sistema di controllo assoluto che le persone ansiose hanno messo a punto nel corso della vita, quindi si può dire che siano le peggiori nemiche di una persona ansiosa che ha sviluppato manie di controllo.
I pensieri strani o intrusivi sono pensieri apparentemente slegati dal contesto e dalla situazione che si sta vivendo e che si generano senza che l’individuo ne sia consapevole. I cosiddetti “pensieri strani” sono considerati “manifestazione di pazzia” più di qualsiasi altro pensiero o comportamento, poiché toccano ambiti delicatissimi e pericolosi come l’autolesionismo, il suicidio, il commettere atti blasfemi o violenti eccetera.
Naturalmente la paura dei pensieri intrusivi scatena una fortissima ansia, che a sua volta genera tentativi continui di tenere sotto controllo le manifestazioni della propria mente. Queste strategie di controllo però sono chiaramente destinate a fallire, per la natura stessa dei pensieri intrusivi, quindi non fanno altro che provocare frustrazione nella persona che ha cercato di metterle in atto.
Come gran parte dei disturbi del comportamento che si manifestano nell’età adulta, la paura di impazzire o il timore di perdere più in generale le proprie facoltà mentali, si genera dalle esperienze vissute e dall’educazione ricevuta nel corso dell’infanzia.
La paura di impazzire è profondamente connessa con la paura di perdere il controllo sulle proprie emozioni e sulle proprie azioni, ma perché una persona sviluppa questa paura fino ai limiti del patologico?
A livello metodologico si possono utilizzare due approcci molto diversi per insegnare a un bambino a gestire le proprie emozioni: un primo tipo di approccio insegna ad accogliere le proprie emozioni e ad esprimerle liberamente, mentre un secondo tipo di approccio insegna al bambino a controllare, gestire e possibilmente reprimere le proprie emozioni.
Nel primo caso, a un bambino che prova paura verrà detto che è perfettamente normale provare paura e che può parlarne ai propri genitori per comprendere insieme come superarla. Nel secondo caso un genitore spiegherà al bambino che deve provare vergogna per la paura che prova, che è tenuto a nasconderla e a controllarla.
Naturalmente, in quest’ultimo sistema educativo la vergogna viene utilizzata come strumento di ricatto e di “formazione del carattere” e viene applicata a tutti quei sentimenti valutati come negativi o poco tollerabili: frustrazione, rabbia, tristezza prolungata, eccesso di entusiasmo.
I bambini educati con questo sistema imparano quindi ad accettare e manifestare solo una piccola percentuale delle proprie emozioni e a vergognarsi di tutte le altre. Le emozioni normali e accettabili, che il bambino impara ad esprimere pubblicamente, rientrano quindi in un piccolo spazio ordinato al di fuori del quale c’è il caos emotivo e regnano sentimenti di colpa e di vergogna.
I bambini che crescono convinti che “passare il confine della normalità” significhi essere preda di emozioni incontrollabili finiscono per sviluppare un’enorme paura di esse e, da qui, si genera la paura di impazzire.
La pazzia si delinea quindi come essere preda di emozioni eccessive, imbarazzanti, non normali e socialmente inaccettabili.
Come abbiamo visto l’ansia è legata a filo doppio alla paura di impazzire, sia come causa scatenante sia come conseguenza diretta della psicopatofobia.
Per questo motivo imparare a gestire l’ansia e a tenere sotto controllo le sue manifestazioni fisiche è un passo fondamentale verso la cura della psicopatofobia.
L’apprendimento e l’esecuzione di tecniche di rilassamento come il training autogeno sono inoltre strumenti efficacissimi per diventare autonomi nella gestione dell’ansia, ma bisogna comunque prendere in considerazione la possibilità di cominciare un percorso terapeutico o seguire un corso che possa andare a indagare in profondità le cause della paura di impazzire nate, probabilmente, nel corso dell’infanzia.
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