La paura di amare è molto più diffusa di quanto si creda. Tutti sappiamo però che trovare l’amore è uno dei desideri più coltivati da persone di ogni età, di ogni sesso e condizione sociale, quindi è molto difficile anche solo pensare alla possibilità che si possa essere spaventati dall’amore.
Questa condizione psicologica può essere considerata come una vera e propria fobia ed è in grado di influire in maniera molto negativa e pesante sul benessere emotivo di una persona. Il nome scientifico con cui questa condizione è conosciuta e trattata è filofobia.
paura di amare
I sintomi della paura di amare possono essere estremamente diversi, poiché esprimono il disagio emotivo della persona che li manifesta, mentre le cause della filofobia sono in genere sempre le stesse.
Quello che accomuna gran parte delle persone che soffrono di filofobia, nella grande diversità delle loro storie e delle loro esperienze, è la grande difficoltà a costruire legami d’amore duraturi e quindi una vita emotiva appagante.
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Le persone che soffrono di filofobia in maniera consapevole o inconsapevole hanno grossomodo gli stessi tratti caratteriali. Sono persone forti e indipendenti, estremamente fiere della propria libertà e che hanno combattuto a lungo per diventare le perone che sono.
Uno dei sintomi principali della filofobia è la tendenza a non lasciarsi andare mai, in nessuna occasione, anche al di fuori della sfera emotiva. Una persona che ha paura di amare tenderà a voler tenere saldamente il controllo della propria vita in qualsiasi situazione, dall’ambito lavorativo a quello familiare.
Com’è facile intuire, una persona che ama la propria indipendenza e che gioisce quando si sente in grado di esercitare un controllo totale sulle situazioni, non si sentirà a proprio agio nel momento in cui l’amore irromperà nella sua vita.
L’amore è infatti considerato una forza assolutamente incontrollabile e destabilizzante, che induce le persone innamorate ad aver bisogno l’una dell’altra. È esattamente questo a spaventare a morte le persone che soffrono di filofobia.
Se il benessere emotivo di una persona, cioè la sua felicità, dipende in gran parte dalla presenza o dall’assenza di una persona in particolare, questo significa che la persona innamorata sarà estremamente esposta al rischio di delusione e di sofferenza.
Per una persona con la tendenza al controllo questo è un enorme problema. Chi ha concentrato tutti i propri sforzi nel tentare di diventare un individuo indipendente, libero e forte, difficilmente metterà a repentaglio le sue conquiste “solo” per condividere il suo tempo con un’altra persona.
Una persona che ha paura di amare e che si è resa “immune all’amore” nella maggior parte dei casi ha fatto enormi sforzi per realizzare il suo obiettivo. Questo però non significa che ci sia riuscita totalmente: ricevere amore è un bisogno primario dell’essere umano e, per quanti sforzi si possano fare, non potrà mai e poi mai essere completamente soppresso.
Oscillando continuamente tra il bisogno di indipendenza e il suo continuo bisogno di amore, una persona che ha paura di amare finirà per avere comportamenti altalenanti nei confronti della persona per la quale manifesta un interesse amoroso.
Alternerà momenti di grande trasporto e vicinanza emotiva a periodi evitanti, durante i quali apparirà distaccata e fredda oppure completamente disinteressata alla vita di coppia.
Molto spesso le persone che hanno paura di amare si scelgono storie complicate da portare avanti: non è raro che le persone filofobiche si innamorino di persone già impegnate, che vivono molto lontano o che non hanno mai conosciuto, interagendo con loro soltanto attraverso un mezzo digitale.
La distanza fisica e l’impossibilità di passare realmente del tempo insieme alla persona con cui stanno creando una relazione renderà più facile il distacco: nel momento in cui la persona filofobica sentirà di essersi troppo legata sparirà all’improvviso.
Un’altra caratteristica comune alle persone filofobiche è l’ansia da abbandono. Si tratta di una paura caratteristica di chi ha subito un trauma da piccolo o comunque in giovane età. Molto spesso queste persone hanno avuto un rapporto problematico e incostante con i propri genitori o in passato hanno subito una grave delusione d’amore.
La paura di essere abbandonate potrebbe sembrare incoerente con l’abitudine di sparire quando una relazione diventa più seria, ma in realtà c’è una grande razionalità in questa scelta: nel momento in cui una persona filofobica si rende conto di essersi affezionata molto a un’altra persona scatta in lui l’ansia da abbandono. Il suo pensiero fisso diventa: “Cosa accadrebbe se lui/lei mi lasciasse?”
Questo pensiero costante genera ansia e la persona filofobica comincia a vivere in una sensazione di pericolo permanente. In maniera perfettamente naturale, logica e sensata, ad un certo punto la persona filofobica deciderà di fuggire per mettersi al sicuro da una situazione di costante malessere, anticipando l’abbandono prima di subirlo.
Come già accennato le cause della paura di amare possono essere diverse ma hanno tutte in comune una profonda sensazione di abbandono che la persona in questione ha sperimentato a un certo punto della sua vita.
Non è raro infatti che si abbia paura di amare dopo un tradimento. Dopo che la fiducia è stata tradita è molto difficile riuscire a concederla di nuovo.
È anche tipico aver paura di amare dopo un lutto, cioè dopo la morte della persona amata. L’idea di provare di nuovo dei sentimenti d’amore per qualcuno fa sentire estremamente esposti al rischio di soffrire di nuovo. Per fare un paragone apparentemente infelice ma in realtà molto calzante, dopo aver perso un cane a cui era molto affezionato una persona prova sempre una grande difficoltà a prendere un altro animale, proprio per paura di soffrire di nuovo quando sarà il momento della sua dipartita.
Funziona in maniera molto simile con le relazioni d’amore: l’amore tra due persone va accudito costantemente, richiede attenzione e grandi sforzi da entrambe le parti, anche molta dedizione e impegno, nonché tempo, denaro ed energie.
Nel momento in cui si perde l’oggetto d’amore su ci si era fatto un simile investimento emotivo è naturale avere paura di amare di nuovo, almeno per un periodo di tempo.
Non bisogna dimenticare inoltre che la paura di amare dopo un lutto legata anche a una forma di senso di colpa: la persona sopravvissuta si sente ancora molto legata alla persona deceduta e vive come un vero e proprio tradimento l’idea di donare il proprio amore ad un’altra persona.
Molte donne sono convinte che gli uomini abbiano spesso paura di amare e che, per questo motivo, sono più sfuggenti e incostanti nelle manifestazioni d’amore.
In parte questo è vero, poiché i maschi sono spinti dalla società a comportarsi come il classico “uomo che non deve chiedere mai”. Significa che molti uomini che oggi sono adulti hanno ricevuto un’educazione che descriveva l’uomo forte come una persona in grado di non lasciarsi coinvolgere dai sentimenti, cioè privo di debolezze e noncurante dell’amore.
Naturalmente, come sappiamo oggi, un uomo di questo tipo è un “uomo vuoto”, cioè è un uomo che si impedisce di essere davvero felice attraverso l’abbandonarsi all’amore. Molti uomini “vecchio stampo” potrebbero vedere l’idea di innamorarsi e di soffrire per amore come una forma di debolezza e di perdita di virilità.
Fortunatamente le cose stanno lentamente cambiando, ma è responsabilità dei genitori di oggi educare giovani che possano diventare adulti privi della paura di amare.
Bisogna però analizzare attentamente anche l’altra faccia della medaglia. Molte donne “si aspettano” che l’uomo abbia difficoltà ad amare e lasciarsi andare ai sentimenti. In questo modo concedono un alibi agli uomini di cui sono innamorate.
Se un uomo è distante, scostante o poco coinvolto, nella maggior parte dei casi le donne si convincono di aver incontrato “il classico uomo che ha paura di amare” e si impegnano al massimo delle proprie forze per riaccendere in lui la scintilla dell’amore romantico. Perché le donne preferiscono pensare a un’eventualità del genere? È molto semplice: perché l’alternativa, cioè la possibilità che quell’uomo in particolare semplicemente non le ami fa molta più paura.
Nel peggiore dei casi l’uomo finisce per approfittarsene e quindi potrebbe usare la classica scusa “non sei tu, sono io” per sparire nel momento in cui si è stufato della relazione, giustificando la sua sparizione con la sua terribile paura di amare. Naturalmente questo non gli impedirebbe di tornare in un secondo momento per riprendere il gioco esattamente laddove lo aveva lasciato, come farebbe un vero narcisista.
Naturalmente anche le donne sono esposte al rischio di filofobia, anche se in realtà questi casi sono molto più rari. Dipende sempre e soltanto dall’educazione ricevuta. Se gli uomini vengono educati a essere forti e indipendenti, le donne vengono convinte dall’educazione che ricevono di aver bisogno dell’amore romantico per essere felici e quindi è molto più difficile che abbiano paura di amare. Al contrario, hanno paura di solito di non riuscire a incontrare l’uomo perfetto, l’amore della vita, il classico principe azzurro.
Come avviene quasi sempre con le problematiche di tipo psicologico, le soluzioni sono molto semplici in teoria e più difficili da mettere in pratica.
Volendo dare una risposta semplicistica, la paura di amare si risolve amando e lasciandosi amare, riacquisendo fiducia in se stessi (e nel fatto che si riuscirà a sopravvivere anche dopo un’eventuale ferita d’amore) e nelle persone di cui ci circondiamo.
Molto spesso però la filofobia è del tutto inconscia in un paziente. Questo significa che spesso sarà strettamente necessario proporre al paziente una terapia che sia in grado di riportare a galla le antiche ferite e i traumi subiti durante l’infanzia, affinché il paziente possa riviverle, comprenderle e superarle.
A volte le persone sono consapevoli di aver difficoltà a cominciare relazioni serie e durature, ma non sanno da che parte cominciare per risolvere il problema. Anche in questo caso un’accurata analisi delle cause della paura e l’utilizzo di tecniche per calmare l’ansia che si genera da essa possono fare letteralmente miracoli, aiutando il paziente a capire più a fondo se stesso.
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