gestire i capricci dei bambini
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I capricci dei bambini sono difficili da gestire. Oltre al fatto che sono rumorosi, fastidiosi e spesso imbarazzanti, c’è un altro fardello che carica noi genitori: ci sentiamo obbligati a far sì che i bambini si comportino nel modo in cui abbiamo sognato nella nostra immaginazione. E se non accade, il senso di colpa è dietro l’angolo. Peggio ancora, non amiamo neppure i giudizi che pensiamo stiano piovendo su di noi dalle persone presenti quando i nostri bambini vanno fuori controllo. Non di rado non sappiamo che fare, eppure sentiamo di dover fare qualcosa: dopotutto restiamo pur sempre i genitori!
Ovviamente, a un livello più profondo desideriamo che i piccoli imparino a calmarsi e a reagire “normalmente”.
E quando accade il contrario, perché magari non hanno ancora imparato a gestire le loro frustrazioni, a volte siamo noi a fare le bizze, con il risultato di gettare benzina sul fuoco.
Se, puntuale, poi arriva un senso di impotenza, reagiamo arrabbiandoci o cedendo. E’ allora sentiamo che i nostri figli sono in grado di dettare il nostro comportamento.
Eppure, provare a gestire l’ansia nel tentativo di controllare le loro risposte non funziona. E’ molto meglio concentrarsi sul nostro senso di impotenza, imbarazzo e frustrazione.
Ricordate: voi state cercando di essere un ancora durante una tempesta che si sta abbattendo nel sistema. Se una persona nel sistema riesce a rimanere calma, ha molte più possibilità di acquietare qualsiasi turbamento.
A volte i genitori chiedono agli esperti di prevenire ogni genere di capriccio dei loro figli. Si tratta di una richiesta irragionevole, perché impossibile da soddisfare: tutti i bambini fanno i capricci, prima o poi. Perfino le persone adulte li fanno. Rifletteteci: finiamo per cambiare umore per il solo fatto di trovare un traffico bestiale o perché i nostri figli non ci ascoltano. Capirlo aiuta a gestire meglio le nostre emozioni. Se però è impossibile prevenire i capricci dei bambini, lo è molto meno imparare a dare risposte che minimizzano il tempo e l’intensità della loro manifestazione.
Dunque ci sentiamo a disagio quando i nostri bambini ci sfidano, o disturbano o hanno un atteggiamento sconveniente. La prima reazione, quella meno efficace, è cercare di gestire l’ansia che la situazione ci provoca. Il passo successivo che facciamo spesso è urlare o cedere, senza capire che così facendo stiamo cercando di scaricare la nostra angoscia più che aiutare nostro figlio a sviluppare il proprio self-control.
Quando i capricci sono davanti a tutti, di solito c’è una dose in più di imbarazzo o vergogna che nasce dal fatto che sappiamo di essere i genitori. E’ piuttosto normale reagire così, perché nel pensiero dominante essere buoni genitori significa bambini che si comportano educatamente in qualunque circostanza e in ogni occasione. Va da sé che quando ci sentiamo giudicati ci trasformiamo in una sorta di veggenti, dove più che leggere le menti delle persone presenti tendiamo a proiettare i pensieri più ovvi, che spesso sono quelli più negativi. Invece di concentrarvi su quello che pensano gli altri chiedetevi come un genitore intelligente reagirebbe in queste circostanze.
La prima cosa da fare è spiegare che vostro figlio ha avuto una giornata pesante, scusarvi e portare i capricci via di lì: a piedi o in macchina, dirigetevi verso un altro luogo. Non dimenticate di non prestare attenzione ai capricci, in termini positivi o negativi che siano.
Tenete saldi i vostri principi. In un momento di relax, sedetevi e pensate a come vorreste reagire al peggiore degli stress. E’ un’ottima exit strategy: pensate a come vorreste reagire e fissate le vostre azioni bene in mente. Potrebbe volerci un po’ di pratica, ma prima o dopo sarete capaci di realizzare ciò che avete immaginato.
Siate realistici e consapevoli della vostra capacità di gestione, capacità che include la presenza dei vostri bambini. Da soli potete tranquillamente pensare di ottemperare a 15 impegni anziché a uno solo, ma sappiate che i vostri figli non saranno in grado di farlo. Con bambini un po’ più grandi, è possibile parlarne prima: ditegli cosa vi aspettate da lui e preparatelo alle cose da fare. Avvertitelo che se si impunta o si mette a gridare per qualcosa, ci saranno alcune conseguenze. Se entrate in un negozio e sapete che il vostro bambino tende a desiderare tutto ciò che vede, provate a insegnargli un modo per superare le sue frustrazioni. Con bambini che vanno già a scuola può essere di grande aiuto un foglio di carta e una matita per fare la lista delle cose che desiderano. Alcune di queste possono essere messe nella lista dei regali di Natale o di compleanno.
I bambini più piccoli invece potrebbero disegnare le cose che vorrebbero avere. Piccole cassette degli attrezzi come queste aiutano i bambini a non perdere il controllo.
Cercate di evitare inganni o bugie, se potete. Se i vostri figli sono abbastanza grandi, potreste insegnargli ad osservarsi. Fatelo mettendo in evidenza quello che accade. Per esempio potreste dirgli che sapete che quando la giornata a scuola è stata pesante, la sua prima reazione è scaricare lo stress sulla sorellina più piccola. Potreste invitarlo a fare qualcosa di diverso dal gridare o litigare. E potrebbe accadere che la risposta di vostro figlio sia piacevolmente sorprendente. Qualcosa tipo: “bene, preferisco andare ad ascoltare la musica in camera mia”. Il vostro obiettivo è insegnargli cose nuove che lo tirino fuori dai suoi automatismi. Le trappole mentali sono molto frequenti nei bambini. Assicuratevi sempre che abbiano riposato e mangiato a sufficienza e che non siano oberati di impegni.
Pianificate e datevi un tono. Se sapete che certe situazioni portano i vostri bambini a essere capricciosi, prevenitele. Parlate con voi stessi: “Stiamo andando a fare la spesa e so cosa accade normalmente. Meglio che avverta il pargolo sulle mie aspettative. Se non mi ascolterà, dissotterrerò l’ascia di guerra.” Aiutatelo ad allenarsi a uscire dalle sue trappole mentali. Coi bambini fino a sei anni, ci potrebbe essere la necessità di portarlo fisicamente fuori dal negozio. Siate pronti a queste eventualità.
E sopratutto, date l’esempio.
Siate un modello, un modello di comportamento. Cosa sentite quando siete frustrati per qualche ragione? Gestire le emozioni è una cosa che vostro figlio deve ancora imparare. Perciò decidete il vostro contegno a prescindere dal suo e uscite dal regno delle vostre emozioni per dare le risposte più intelligenti a questo tipo di situazioni.
Le domanda che vi aiuterà non è “come posso calmare mio figlio?” ma “come posso mantenere la calma, quando la perde mio figlio?”. Nessuno può controllare le emozioni altrui e probabilmente più proverete a farlo più avrete risposte inadeguate.
Ci sono alcune regole che potete usare all’impronta quando siete nell’occhio del ciclone e il vostro bambino entra in “modalità capriccio”.
Resettatevi: il primo passo da fare è mantenere la calma (come sopra: la vostra, non quella del vostro bambino). Concentratevi su questo. Fate un giro, contate fino a 100, chiamate un amico, fate qualsiasi cosa vi aiuti a restare calmi.
Ricordatevi: non siete responsabili se vostro figlio ha perso il controllo, né delle sue scelte. Semmai, siete responsabili su come scegliete di gestirle (le scelte). Cercate di non farvi coinvolgere dalle esplosioni di rabbia del bambino. Se non vi lascerete catturare, allora la situazione non dominerà nessuno di voi due. Concentratevi su come restare calmi. Non reagite gridando, preoccupandovi, esitando e cedendo, insomma, evitate i comportamenti classici di un genitore in una situazione del genere.
Cercate di non fare pure voi i capricci. Servirà soltanto ad aumentare la rabbia e la frustrazione di vostro figlio e lo metterà ancor di più sulla difensiva. Ricordate, l’ansia è contagiosa, esattamente come la calma.
Non cedete alle richieste del bambino. Se lo fate quando è in una tempesta emozionale, legittimerete uno schema di relazione dove i capricci la fanno da padrone, capricci che il bambino tenderà a moltiplicare. Cedere equivale a dirgli che il miglior modo di ottenere quello che vuole è urlare, dimenarsi e perdere il controllo.
Isolate il bambino. Non vuol dire che dovete segregarlo, ma trovare un posto in cui possa avere il tempo di sbollire la rabbia e trovare un modo per risollevare il proprio stato d’animo.
Fingete, se necessario, fingete finché la finzione non si avvera. Poiché il vostro obiettivo è diventare calmi, va bene anche fingere finché non lo siete per davvero. Ovviamente dentro di voi vi sentirete frustrati e imbarazzati, ma provate a ripetervi “non reagirò a queste emozioni perché non risolveranno il mio problema”. In altre parole, non dovete veramente essere calmi all’inizio. Probabilmente avrete delle emozioni scomode vista la situazione, ma ciò che davvero conta è come le gestirete (è la cosa che state cercando di trasmettere a vostro figlio).
Rammentate a voi stessi che il vostro compito è insegnare, che per il vostro bambino voi siete un maestro. Vista la sua età lui non sa gestire le emozioni forti e il vostro compito è aiutarlo a capire come fare.
Ricordate, vi sta mettendo alla prova e – ci crediate o meno – è una prova che vuole assolutamente voi vinciate. La parte più superficiale del bambino vuole sul serio che voi gli cediate, ma a un livello più profondo, vuole sapere che ha dei genitori forti che si prendono cura di lui.
Siate chiari e calmi. I bambini hanno bisogno di sapere che avete tutto sotto controllo. E questi sono messaggi che si trasmettono con la voce, l’espressione, e il linguaggio del corpo.
Perciò centratevi e siate inflessibili. Ditegli qualcosa tipo: ‘Non possiamo rimanere in questo posto. Torneremo quando sarai di nuovo in te. Adesso ce ne andiamo’.
Usate l’empatia. Quando vostro figlio fa le bizze è importante essere empatici. Ditegli frasi come: “lo so che è frustrante, ti capisco, vorresti quel videogame oggi a tutti i costi”. L’empatia fa si che le persone siano più disponibili all’ascolto. Ovviamente non dovete stare lì a ripeterlo troppo, ma un tono di comprensione, uno sguardo o una parola aiutano parecchio
Se cedete quando i vostri bambini fanno i capricci, oppure reagite malamente alle sue tempeste emozionali, crescendo, in età adolescenziale vostro figlio tenderà a usare le esplosioni emozionali come un’arma. Purtroppo accade spesso. E i “capricci” negli adolescenti non sono uno scherzo. Diventerà implacabile: non accetterà mai un no come risposta. Vostra figlia vi rigirerà a piacimento e diventerà abilissima nel manipolarvi. Oppure vostro figlio diventerà aggressivo e scatenerà dei conflitti con voi tutto il tempo. Ciò che questi bambini imparano è che possono ottenere ciò che vogliono intimidendo le persone. Poiché non hanno imparato a gestirsi, il loro contegno è troppo reattivo ed estremo. La sfida si trasformerà in battaglia
Guardate un bambino di due anni che fa i capricci e immaginate come sarà a venti anni. Potreste vederlo prendere a pugni un muro, urlare, chiamarvi per nome e minacciarvi, uscire come una furia di casa.
E se reagite, andrà sempre peggio. Ma per fortuna c’è un segreto: basta disinnescare lo schema di una persona e tutto il climax che ne consegue svanirà. Perciò, scegliete di non lanciare la pallina dall’altra parte la prossima volta. Non lasciate che le vostre emozioni mostrino il peggio di voi quando vostro figlio perde il controllo. Lo aiuterete seriamente a gestire le sue emozioni e le sue frustrazioni più forti.
Pensate a costruire delle relazioni a lungo termine, piuttosto che provare a cambiare i suoi comportamenti più fastidiosi nel breve periodo.
Molte volte vorremmo soltanto che nostro figlio la smettesse di fare piagnistei e tirasse fuori un comportamento che riteniamo consono.
Tante volte pensiamo: “non posso sopportarlo!”. Oppure: “litigano tutto il giorno, mi fanno diventare matto”.
Se vogliamo soltanto che qualcuno la smetta di fare qualcosa, è molto probabile che prima o poi troveremo il modo di raggiungere il nostro obiettivo, ma potremmo compromettere la nostra relazione a lungo termine con quella persona.Lavorate su relazioni di lungo periodo
D’altra parte, se vogliamo lavorare a una relazione che abbia davanti a sé altri dieci o venti anni, dobbiamo pensare in termini ci costruzione ogni volta che diamo una risposta ai nostri bambini.
Dobbiamo rispondergli in modo da mantenere intatta la relazione. E il modo in cui possiamo farlo è cercando di guidarli piuttosto che controllarli.
La guida presuppone rispetto per le loro scelte e non reagire dando sfogo alle nostre frustrazioni. Non prevede di schiacciare la loro personalità quando fanno i capricci.
E’ questa la strada migliore per costruire una relazione forte con i nostri figli.
Lo Studio di psicoterapia breve del dott. Amleto Petrarca, effettua terapia per la gestione delle emozioni ai minori adolescenti, e consulenze genitoriali.