fobia del terremoto
Esistono numerose fobie, e una tra le più diffuse in zone sismiche è quella verso i terremoti. In questo articolo proverò a spiegarvi la fobia del terremoto e a darvi alcuni consigli su cosa fare quando si è soggetti ad un evento così drammatico e catastrofico, evitando il condizionamento a vita.
Le persone più colpite sono tutte quelle popolazioni che vivono in zone sismiche dove di tanto in tanto la terra si fa sentire con le sue scosse e con i suoi boati. Mi ricordo, infatti, il terremoto dell’Emilia del 2012 avvenuto in piena notte e che mi svegliò prepotentemente obbligandomi ad allontanarmi da casa e dopo alcuni danni subiti, mi sono dovuto adattare in tenda per circa un mese.
Per fortuna i dati non erano enormi e quindi i tempi di riparazione sono stati brevi. In questo mese ho avuto la possibilità di parlare con la gente riguardo a ciò che era successo, recandomi anche nelle tende di accoglienza allestite dalla protezione civile. Ho capito negli occhi della gente, come un esperienza simile non si scorda più, e di come molte persone avevano una vera e propria fobia del terremoto, che tuttora hanno.
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Una cosa che non mi scorderò mai personalmente è il boato che introduceva la scossa. Da questo potete immaginare perchè questa fobia colpisce solo le persone esposte.
Ma con questo non voglio tediarvi con ulteriori cose e vediamo insieme quali sono i sintomi più comuni che si sviluppano quando si ha la fobia da terremoto.
I sintomi frequenti che si sviluppano in questa fobia sono tutti sintomi che rientrano in un quadro di ansia e sono:
Palpitazioni, respiro rapido e iperventilazione
Desiderio di fuggire
Sudorazione
Secchezza della bocca
Vertigini
Disturbi intestinali ( come sempre tutte le tensioni si accumulano nello stomaco, leggi l’articolo )
Tendenza a pianificare ogni via di fuga in caso di terremoto.
Da un punto di vista psicologico la fobia del terremoto si ha perchè vi è un’associazione della nostra quotidianità con l’evento traumatico. Pensate che chi ha vissuto il terremoto nelle ore notturne, mentre era nel suo letto, può non stare più bene, proprio nel momento in cui va al letto. La migliore cura, quindi in questo caso rimane la psicoterapia. In particolare la psicoterapia dinamica aiuta a capire meglio i meccanismi consci e insconsci della fobia.
Alcune persone mi hanno chiesto come, invece, bisognerebbe procedere ( diciamo così ) mentalmente per evitare questo condizionamento. Diciamo che ogni trauma è un trauma e quindi fa paura. Ma ci sono alcune accortezze, alcuni piccole cose che si possono fare per stare sicuramente meglio.
Vediamole insieme:
Riconosci le tue emozioni. Un’esperienza simile è devastante per la mente di chiunque. Si è completamente invasi di emozioni, di rabbia, di tristezza, di paura, di dolore. Tutto in un miscuglio incredibile e insopportabile che crea molta confusione.
Sarebbe opportuno, quindi, imparare a capire cosa ci sta succedendo. In questo modo, riuscendo a fare più chiarezza affronteremo meno il tutto.
La consapevolezza è il primo passo per la guarigione.
Condividi la tua esperienza con gli altri. Parlare aiuta sempre. E’ importante condividere le proprie paure con la persona che hai accanto, con i tuoi familiari, con i tuoi vicini di casa. Questo permette di sentirti una persona meno sola, ma soprattutto vedere come anche gli altri hanno le stesse tue paure.
Una cosa che ho notato molto in quella notte del 20 maggio 2012, che si tende a parlare anche con chi fino al giorno prima faceva fatica a rivolgerti un saluto.
Riprendi la tua vita. Ricomincia, appena puoi ovviamente, a riprendere in mano la tua vita, al tua quotidianità, la tua routine. In questo modo eviti che questa terribile esperienza possa definitivamente influenzare ciò che fino in questo momento è stata la tua vita.
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