tuo figlio non vuole studiare
Tuo figlio non vuole studiare? Le hai provate un po’ tutte: la punizione (“sabato pomeriggio non esci!”) o il premio (“al tuo compleanno avrai un bel gioco”) o ancora hai provato con le minacce (“se non studi saranno guai!” ) o ancora con il ricatto morale (“se non studi mi darai un grande dolore”) ma non c’è nulla da fare…tuo figlio non studia e non ne vuole proprio sapere: il suo rendimento scolastico lascia proprio a desiderare: fioccano le insufficienze e recuperare diventa sempre più difficile. I professori hanno già mandato a chiamarti ma la situazione peggiora sempre più!
1. Tuo figlio deve essere consapevole che lo studio è importante
Motivare tuo figlio che non vuole studiare, mission impossible? Innanzitutto crea per tuo figlio le condizioni adatte per studiare bene. Sarà pur vero che solo fino a qualche decennio fa intere generazioni hanno studiato a lume di candela e dal passato sono usciti lo stesso grandi professionisti, ma è altrettanto vero che se possiamo è bene creare un ambiente finalizzato a motivare tuo figlio allo studio. Basta un angolo della sua cameretta ma che sia essenziale, funzionale, fruibile con spazi organizzati per tenere sempre tutto a portata di mano, per archiviare materiali già usati ma che potrebbero tornare utili in futuro. Lo spazio deve essere ben illuminato e ben areato. Serve davvero tutto questo a motivare tuo figlio? Sì può servire perchè si crea intorno a lui un clima sereno. Dove c’è stress, confusione, caos non si lavora bene e si finisce per abbandonare, demotivarsi. Invece dove regna l’ordine e la sistemazione si è anche più efficienti. Ma motivare significa far capire a tuo figlio che lo studio è importante per il futuro, per crearsi una professione. Studiare, conoscere, farsi una cultura significa essere al passo con i tempi, saper scegliere criticamente, farsi una propria opinione. E questo vale per tutto.
2. Non costringere tuo figlio a studiare con le punizioni
Si può ricorrere alle punizioni se tuo figlio non studia? Puoi obbligare tuo figlio a studiare se non vuole? Sì o no? Noi rispondiamo con un bel “dipende”, ma lo argomentiamo. Dipende dalle motivazioni che ti spingono a farlo: certo se costringi tuo figlio sotto minaccia di una punizione solo perchè vuoi trarne tu un vantaggio (ad esempio: devi studiare e portare buoni voti altrimenti non ti compro le scarpe nuove che hai chiesto!) non va bene. Tuo figlio, piccolo o adolescente che sia, lo comprende e perde fiducia in te. Ma se cambi l’approccio allora sì. Per tornare all’esempio precedente, non comprerai le scarpe a tuo figlio se non studia non come punizione ma piuttosto per fargli capire che tu genitore intanto puoi comprargli le scarpe perchè lavori, produci un reddito, ma quella posizione te la sei guadagnata studiando e facendoti una professione.
3. Evita il confronto
Non c’è cosa peggiore che minare l’autostima di tuo figlio con uno di quei deleteri confronti del tipo “Io alla tua età prendevo solo ottimi voti” o del tipo “tuo fratello va meglio di te a scuola”. A che servono? A veicolare a tuo figlio che preferisci il fratello o la sorella? Le differenze fanno male ma è pur vero che aiutano a crescere e vanno adeguatamente contestualizzate. Le differenze che inevitabilmente si fanno tra fratello e sorella non devono essere finalizzate ad alimentare le gelosie ma piuttosto a far venire fuori – e valorizzare – le inclinazioni di ognuno, promuovendo anche le aspirazioni che ogni figlio ha per il suo futuro. I voti hanno il loro valore ma fino a un certo punto e confrontare i figli solo sui numeri ma non sulle loro qualità può determinare l’insorgere di sfiducia.
4. Favorisci il lavoro di gruppo
Spesso i ragazzi, soprattutto nella realizzazione dei compiti di realtà o nella produzione di ricerche più approfondite e interdisciplinari, sono chiamati a lavorare anche a casa in gruppo. Se vedi tuo figlio quando è a lavorare in team con i compagni più motivato e attento, allora promuovi anche tu il lavoro di gruppo. Bastano uno o due compagni di classe – un gruppo più numeroso potrebbe creare confusione – che si riuniscano con lui il pomeriggio per studiare, condividere materiali di ricerca, produrre risultati. Tu sarai lì a monitorare il gruppo, a valutare se perdono tempo in chiacchiere o invece lavorano con vivacità ed efficienza. Poi deciderai se è il caso di promuovere ancora i gruppi di lavoro o se invece i risultati migliori sono a livello individuale.
5. Il primo buon esempio sei tu
Come fare se tuo figlio non vuole studiare
Il primo buon esempio per i tuoi figli sei tu. Il miglior modo per educare è dare il buon esempio. Non è certo facile e si può sbagliare. Nessuno di noi è perfetto, ma i tuoi figli ti osservano anche quando sembrano distratti. Non puoi predicare bene e razzolare male. Non puoi chiedere da tuo figlio un comportamento se tu fai l’opposto. Cosa significa questo? Se vuoi che tuo figlio studi e si impegni a raggiungere i suoi obiettivi, altrettanto devi fare tu. Sii con lui premuroso ma autorevole. Evita atteggiamenti autoritari, altrimenti la ribellione di tuo figlio sarà piena di arroganza e presunzione.
6. I compiti li fa tuo figlio non tu
Last but not least…le cose dette all’ultimo non è detto che hanno minore importanza…i compiti li deve fare tuo figlio non tu. Non c’è cosa peggiore che far capire a tuo figlio che l’importante è che vada a scuola con i compiti svolti (da te o da un adulto che lo segue). I compiti a casa sono un importante momento di studio autonomo in cui il ragazzo rielabora quanto appreso in classe: non serve che il giorno dopo tuo figlio esibisca alla maestra il compito perfetto se poi non lo sa fare e non è farina del suo sacco! Tu devi esserci, svolgere un ruolo importante di guida, devi infondere fiducia, devi rassicurare tuo figlio, stimolare la conoscenza e la curiosità. Solo così puoi aspettarti che se oggi non gli piace studiare, domani possa invece provare piacere e darti tante soddisfazioni. Ma prima di tutto le deve dare a se stesso per crescere come adulto responsabile.