Le nuove scoperte in ambito scientifico affermano l’importanza delle emozioni nella formazioni di tumori. Ciò che emerge è un dato molto importante, che non può essere trascurato nella lotta dei tumori.
Sono 3 i fattori implicati nella formazione del cancro, ossia la predisposizione genetica, il fattore ambientale e per ultimo un fattore C fino ad ora sconosciuto, ma a cui gli si è dato un volto: le emozioni. Da qui si può constatare anche quanto sia importante per il paziente malato di tumore usufruire di un sostegno psicologico. La paura, l’ansia, lo stress, ma anche la noia, il rancore, la tristezza, la solitudine, il senso di inadeguatezza o la mancata realizzazione, sono tutti fattori che rappresentano una concausa delle malattie. Tali emozioni indicano alla persona la necessità di cambiamento, di ripristino dell’equilibrio interiore, perchè al contrario di quanto si può pensare, avere un’emozione negativa come l’ansia o attacchi di panico, è positivo in quanto la nostra mente ci comunica che la strada presa non è giusta, che qualcosa nella nostra vita non va, e che quindi va cambiata anche con sofferenza. E’ una straordinaria comunicazione psicologica che solo l’essere umano possiede. Ma quando il cambiamento non avviene, queste emozioni continuano ad albergare dentro di noi. In questo caso sarebbe certamente consigliabile rivolgersi ad uno specialista della mente, ad uno psicologo, ma non tutti ci arrivano, non tutti danno importanza alla cura della propria mente. Il risultato è quello di reprimere le proprie emozioni con il fumo, il cibo, il superlavoro, la televisione, lo shopping, o altre cattive abitudini. Questo stato di allarme non ascoltato che causa tali comportamenti, diventa pericoloso, in quanto il sistema immunitario si indebolisce stimolando le cellule cancerose.
I primi studi sull’importanza delle emozioni risalgono al secolo scorso, quando lo psicologo americano Lawrence LeShan ha dimostrato che il cambiamento psicologico stimola il sistema immunitario a combattere a ad attivare la guarigione. Al contempo il medico francese Michel Moirot ha studiato attentamente le origini emotive del cancro, dopo essere partito dall’assunto che la malattia avesse cause fisiche. Moirot ha dimostrato, con studi fatti su animali con tumore, che la somministrazione di sostanze oncogene porta gli animali allo sviluppo di tumori principalmente a causa del forte stress cui sono sottoposti, come carenza o eccesso di luce, sovrappopolamento, o alimentazione squilibrata. Dopo anni e numerosi casi, infatti, Moirot ha affermato che una tra le migliori strategie per conservare la propria salute è quella di evitare forti pressioni e prendersi molto meno sul serio. Molti altri studi hanno dimostrato che l’ansia o il malessere in generale, non solo agiscono in sinergia con il rischio genetico, ma possono addirittura predominare e determinare esse stesse pericolose mutazioni genetiche. In sostanza uno stato di ansia prolungata porta a produrre fattori infiammatori andando ad influenzare poi il DNA.
All’Università di San Francisco, il dottor Dean Ornish ha dimostrato l’efficacia della psicoterapia, oltre che di una dieta controllata, su un gruppo di pazienti ammalati di cancro alla prostata. Il programma di supporto psicologico nel giro di soli 3 mesi ha prodotti risultati eccezionali.
Il primo passo da fare, se capiamo che da soli non riusciamo a controllare le nostre emozioni, è quello di rivolgerci ad uno psicologo-psicoterapeuta. Risultati importanti per esempio, arrivano dalla psicoterapia breve dinamico-esperenziale che lavora principalmente sulle emozioni. Non si può pensare che la felicità si possa raggiungere solo avendo un buon conto in banca, avendo un buon lavoro, successo nella vita, ecc. Certo questi sono fattori che possono scaturire malessere, ma il nostro vero io, lo dobbiamo ricercare non nelle cose materiali, in quanto egli stesso non è materiale, ma nella nostra mente. La salute si può definire come un giusto equilibrio tra la nostra parte fisica, emotiva e spirituale. Un interessante libro a tal proposito è stato scritto da Raffaele Morelli “Guarire senza medicine”.