Da mesi e mesi ormai si parla degli effetti del Coronavirus sul nostro organismo. Molta poca attenzione, però, è stata rivolta alle conseguenze del Coronavirus sul nostro benessere psicologico. I dati raccolti nel corso degli ultimi mesi in molte parti del mondo hanno sottolineato come i disturbi d’ansia e di depressione siano aumentati moltissimo nel corso della pandemia.
conseguenze psicologiche del coronavirus
Quali sono gli effetti psicologici più frequenti del Coronavirus e della situazione assolutamente anomala che stiamo vivendo in ambito sanitario, sociale ed economico? Quali sono le misure più efficaci per contrastarli e qual è il ruolo dello psicologo in questo quadro assolutamente senza precedenti?
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La Pandemia di Covid – 19 può essere considerato a tutti gli effetti un evento traumatico di enorme portata e con caratteristiche molto specifiche.
Si definisce traumatico un evento del quale possiamo definire con facilità un “prima” e un “dopo”: in quante occasioni, ogni giorno, ci ritroviamo a pensare alla vita prima del Coronavirus mettendola a confronto con la quotidianità che stiamo vivendo dopo il Coronavirus?
Questi pensieri sono comuni a milioni e milioni di individui in tutto il mondo, cosa che contribuisce a definire la portata del Coronavirus come evento traumatico di livello globale. Non è mai esistito nulla di simile nella storia del mondo.
Quando parliamo degli effetti psicologici del Coronavirus naturalmente non dobbiamo limitarci a pensare solo al virus in se stesso e alle conseguenze che ha avuto sulla psiche dei pazienti che lo hanno contratto. Al contrario dobbiamo comprendere che la pandemia ha cambiato radicalmente le nostre abitudini e i nostri pensieri, quindi ha avuto un impatto psicologico gigantesco anche su coloro che, fortunatamente, non hanno contratto il virus.
Nel corso del lockdown di Marzo e Aprile in Italia le persone hanno reagito piuttosto bene alle misure restrittive, tentando di adattarsi alla nuova quotidianità e allo stesso tempo di creare un senso di comunità “a distanza” attraverso i social, esponendo bandiere e disegni e cantando dai balconi.
All’epoca il malessere psicologico si è manifestato principalmente attraverso:
Durante il corso del lockdown e in particolare dopo le prime due settimane, hanno cominciato a insorgere o peggiorare anche ansia e depressione.
Secondo la società di ricerca Open Evidence in Italia il 41% della popolazione è a rischio salute mentale per diversi fattori e molti presentano gli stessi sintomi:
In uno studio pubblicato in Germania lo scorso 25 Novembre è stato dimostrato che gli ultrasessantenni si sono adeguati piuttosto bene ai cambiamenti di abitudini causati dalle misure di sicurezza, affrontandoli con una certa dose di rassegnazione. I livelli di stress sono invece aumentati moltissimo tra gli individui tra i 20 e i 40 anni, in particolare tra le donne tra i 30 e i 40 anni.
Meritano un discorso a parte adolescenti e soprattutto bambini, un’altissima percentuale dei quali ha manifestato problematiche comportamentali e, nel caso dei bambini, anche regressione.
Lo scorso 4 maggio l’Italia è uscita dal lockdown per entrare nella Fase 2, durante la quale gli italiani come molti altri cittadini del mondo sono stati chiamati a costruire una nuova normalità.
Questo ha posto nuove sfide psicologiche alle persone, con nuove difficoltà. Differentemente dal lockdown, infatti, non si può prevedere quando finirà la Fase 2, ovvero quando potremo abbandonare definitivamente le mascherine e l’igienizzante mani per tornare alla “vita prima del Coronavirus”.
La situazione che stiamo vivendo risulta quindi estremamente incerta e indefinita. Ad aumentare questa percezione c’è anche il continuo cambiamento dei divieti e delle regole emanati dal governo.
La routine ha da sempre una funzione estremamente rassicurante sia per le persone con problemi psicologici sia per le persone con una buona salute mentale. L’impossibilità di stabilire una routine degna di questo nome è per molti un problema ulteriore, poiché priva le persone di un appiglio importante per il loro benessere psicologico.
Questa sensazione di essere imprigionati in un limbo senza fine ha fatto sì che il trauma generato dal Coronavirus in alcuni casi sia diventato cronico.
Molte persone hanno cominciato a manifestare nuovi sintomi che sono andati ad aggiungersi ai precedenti:
Per gestire le conseguenze psicologiche del Coronavirus è importantissimo prima di tutto capire che se sviluppi sintomi legati all’ansia o alla depressione in questo periodo è perfettamente normale, anche se non ne hai mai sofferto in passato.
Se i sintomi sono di scarsa entità e senti di poterli ancora tenere sotto controllo puoi affidarti a tecniche di rilassamento e di gestione dell’ansia come la meditazione e il training autogeno. oppure a rimedi naturali come quelli di cui parlo in questo video.
Se invece gli effetti psicologici del Coronavirus stanno impattando in maniera molto pesante sulla tua vita e ti impediscono di viverla normalmente, sarà necessario ricorrere alla terapia psicologica per aiutarti a elaborare e superare il trauma che stai vivendo.
Questi ultimi mesi di lavoro hanno dimostrato che la terapia psicologica a distanza, attraverso Skype o altri sistemi di videochiamata, può assicurare ottimi risultati e portare grandi benefici al paziente, anche durante i giorni in cui le misure di sicurezza nazionale impongono di non lasciare la propria abitazione.
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Fonti:
Fondazione Veronesi: Salute mentale: preoccupano i «segni» lasciati dal Covid-19
L’Internazionale: Gli effetti psicologici della Pandemia
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