Quando si parla di dipendenza affettiva la storia va un po’ come quella che si è sviluppata tra Carlo e Rosa (ovviamente nomi di fantasia di due miei pazienti). Carlo e Rosa hanno da poco attraversato una grave crisi di coppia.
La loro storia, come tutte le relazioni di coppia, è molto complessa, ma possiamo semplificarla in un dialogo immaginario.
Rosa: “Non passiamo abbastanza tempo insieme, sto male per questo”
Carlo: “Vuoi troppe attenzioni, io ho bisogno di spazio”
Rosa: “Fai sempre e solo quello che vuoi, senza alcuna preoccupazione per me”
Carlo: “Io non ho voglia di stare con te sei troppo esigente, io ho bisogno di tempo per me, voglio stare con i miei amici!”
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Quando parliamo di Dipendenza Affettiva o Love Addiction ci riferiamo a quelle dipendenze senza sostanza, ovvero a quelle dipendenze che hanno alla base un comportamento deviante.
Secondo Pia Mellody , autrice di “Facing Love Addiction”, la caratteristica più significativa della dipendenza affettiva è che il dipendente vive in funzione di un’altra persona, concentrandosi esclusivamente sull’oggetto d’amore, cioè sul proprio patner.
Questa attenzione, spesso ossessiva, porta il dipendente ad “affogare” nella relazione dimenticandosi di sé e di tutte le altre relazioni che coltivava prima di conoscere il partner. In pratica, la persona dipendente “cancella” tutta la vita che ha vissuto prima di incontrare il suo partner attuale per dedicare tutte le proprie energie solo alla relazione amorosa.
Come accade per altre dipendenze la dipendenza affettiva è spesso il risultato di schemi di attaccamento insicuri: nascerebbe infatti a partire da esperienze di abbandono sperimentate nel corso dell’infanzia.
Se sei un dipendente affettivo tenderai a selezionare accuratamente ed inconsapevolmente il tuo partner e a gravitare verso una persona che si incastrerà perfettamente con la tua personalità.
Analizziamo i nostri protagonisti per capire meglio le dinamiche che si nascondono dietro la Love Addiction:
Carlo e Rosa ci dimostrano come esistono coppie in cui un partner è emotivamente dipendente e l’altro partner è emotivamente distante. Infatti, Lei si lamenta di non avere abbastanza tempo da trascorrere con Lui, mentre Lui si lamenta perché ha bisogno di spazio.
Entrambi gli aspetti di questo sistema nascono dalla paura: per Rosa dalla paura del rifiuto e per Carlo dalla paura del legame con Rosa. In questo sistema ogni persona innesca le paure dell’altra.
I due amanti sono incastrati in un cerchio di fuoco, in cui ognuno accusa l’altro per i problemi nella coppia: Rosa crede che se Carlo passasse più tempo con lei andrebbe tutto bene, mentre Carlo crede che se Rosa si tirasse indietro e smettesse di chiedere continuamente attenzioni tutto andrebbe meglio.
In realtà non importa quante attenzioni darà Carlo a Rosa, o quante pressioni Rosa farà a Carlo, nulla sarà mai abbastanza dal momento che in entrambi si manifesta un tipo di paura che impedirà sia a Carlo sia a Rosa di essere felice in qualunque tipo di relazione.
Nella Love Addiction la reciprocità manca e i ruoli si cristallizzano: entrambe le persone coinvolte sono dipendenti, nonostante lo manifestino in maniera differente.
Se in Rosa che accudisce e rincorre il suo partner la dipendenza è evidente, in chi è sfuggente, evitante ed inafferrabile come Carlo la dipendenza è più latente e si alimenta proprio delle attenzioni continue e dall’amore incondizionato che Carlo riceve ma non riesce ad accogliere pienamente.
Tipicamente Carlo potrebbe essere etichettato come narcisista. In questo caso la Dipendenza Affettiva prende il nome di CONTRO-DIPENDENZA.
Emerge infatti in Carlo la paura del legame emotivo per il quale si strutturano comportamenti di evitamento e fuga. Carlo non può permettersi di immergersi a fondo in una relazione perché correrebbe un rischio troppo grande per lui, quello di essere abbandonato.
Carlo non riuscirà mai a vivere sentimenti autentici come una vera rabbia o una vera tristezza, e naturalmente sarà difficile per lui anche riuscire a percepire le emozioni degli altri. Perciò Carlo tenderà a strutturare le sue relazioni in virtù di questa totale assenza di empatia e ad utilizzare il partner esclusivamente come uno specchio da cui ricevere solo ammirazione.
Un contro dipendente costruirà tutte sue relazioni esclusivamente in funzione di se stesso, legandosi all’altro “solo per trovare una continua conferma alla sua sensazione di superiorità”. Il motto di un contro dipendente potrebbe essere:
“Non ti amo e non ho bisogno di te”
I partner che si legano a personalità contro dipendenti sono spesso i dipendenti affettivi nella forma “PASSIVO DIPENDENTE”.
I contro dipendenti infatti incarnano le caratteristiche che questi ultimi vorrebbero possedere ed è per questo che considerano il proprio partner come quella colonna su cui potersi appoggiare. La persona passivo dipendente, in questa modalità relazionale, si sottovaluta continuamente e sente che non riuscirà mai a far a meno del suo partner mentre percepisce il partner come perfettamente in grado di fare a meno di lei.
Utilizzando le parole di E. Fromm, un passivo dipendente potrebbe dire:
“Ti amo perché ho bisogno di te”
In questo modo la personalità passivo – dipendente evidenzia come l’altro viene percepito come salvatore, come un partner indispensabile per la propria sopravvivenza.
Ci troviamo davanti quindi ad un grande squilibrio di potere all’interno della relazione. Il narcisista viene percepito come fonte di perfezione, possessore di tutte quelle caratteristiche positive e vincenti di cui il passivo dipendente si sente privo, ed è qui che la paura della separazione diventa l’evento maggiormente temuto dalla personalità passivo – dipendente.
Pensiamo a Rosa che si prende cura del partner e mette da parte i propri bisogni dedicandosi completamente alle esigenze del partner nella speranza di essere vista, di essere amata, ma soprattutto di non essere lasciata. Rosa continuerà a mettere in atto tutti i comportamenti possibili pur di mantenere saldo il legame, spesso accettando anche forme di violenza economica, psicologica o sessuale.
Tutto inizia con il chiedere aiuto. Oltre a trovare amici e familiari che potrebbero aiutarti e sostenerti nella fase della separazione dovresti rivolgerti ad un professionista.
Un terapeuta in primo luogo può aiutarti a identificare una relazione tossica ma può anche accompagnarti fuori dal rapporto in maniera più funzionale.
Ti aiuterà a lavorare sulla tua autostima, identificare e stabilire i confini personali che vuoi portare avanti e coltivare modelli più sani per le relazioni di coppia.
Ricorda che il tuo terapeuta sarà sempre dalla tua parte ed è consapevole che mentre dall’esterno la decisione di chiudere una relazione tossica può sembrare ovviamente semplice, in realtà, i sentimenti di chi la vive sono molto più complicati e conflittuali.
1 – Prova a parlare con il tuo partner esprimendo ciò che ti infastidisce cercando di utilizzare frasi che non siano accusatorie bensì tese a comunicare le tue sensazioni.
Per fare un esempio, invece di “tu non mi dai le attenzioni che vorrei” sarebbe meglio dire “quando fai così io mi sento inutile!”.
Se dialogando trovate dei punti in comune potreste decidere di intraprendere una terapia di coppia, altrimenti dovresti iniziare a prendere in considerazione la possibilità di porre fine alla relazione.
2 – Affidati ad un professionista e informa i tuoi familiari della situazione. La loro presenza sarà fondamentale per sostenerti emotivamente durante la separazione.
Sicuramente ti starai chiedendo cosa farai il giorno dopo che avrai chiuso la tua relazione tossica: probabilmente sentirai il desiderio di tornare con la persona dalla quale ti sei appena separata/o ma cerca di tenere a mente il perché siete arrivati a decidere di allontanarvi.
Ricorda che questa strana tendenza a gravitare verso la relazione tossica è assolutamente normale ed è qui che bisogna essere assolutamente fermi nel non abbandonare la rete di supporto che invece è fondamentale per mantenere le distanze dalla love addiction.
Nella fase post separazione cerca di tenere a mente i seguenti punti:
1 – Rinforza i confini.
Taglia i rapporti con la persona tossica, perché gli scambi continui di telefonate o messaggi possono prolungare il processo di guarigione. Se è impossibile interrompere tutte le comunicazioni, come quando sono coinvolti i bambini, bisogna limitare la comunicazione allo stretto indispensabile.
2 – Prenditi il tempo necessario per guarire.
Trascorri del tempo con le persone che ti amano e che ti incoraggiano. Se ti piacciono gli animali potresti anche trascorrere del tempo con loro poiché forniscono la strutturazione di un modello positivo di amore e aiutano ad alleviare la solitudine.
3 – Inizia a coltivare hobby
Recupera hobby che ti piaceva praticare o che avresti sempre voluto provare. Gli hobby non solo aumentano l’autostima, ma forniscono la possibilità di incontrare nuovi partner che coltivano i tuoi stessi interessi.
4 – Lavora su te stesso/a
Cerca di capire chi sei prima di entrare in un’altra relazione. Con le relazioni tossiche una persona spesso si perde ed è inevitabile impiegare del tempo per entrare di nuovo in contatto con se stessi, per guarire dai danni causati dalla relazione e per evitare di entrare nuovamente in un cerchio di fuoco con un nuovo partner.
Bibliografia:
Brian D. Earp,Olga A. Wudarczyk,Bennett Foddy, Julian Savulescu, “Addicted to love: What is love addiction and when should it be treated?” Philos Psychiatr Psychol, 2017 Mar; 24
Mental Healthy, Love Addiction.
Timmreck, T.C. (1990). Overcoming the loss of a love: preventing love addiction and promoting positive emotional health. Psychological Reports, 66, 515-28.