Il complesso di inferiorità è un problema di autodescrizione. Una persona con questo problema tende a percepire se stessa e gli altri in maniera distorta. Nella maggior parte dei casi gli altri sono percepiti come migliori, più capaci o più fortunati, mentre i propri traguardi e i propri pregi vengono spesso sminuiti e tenuti in scarsissima considerazione.
complesso inferiorità
Come si può facilmente intuire, chi soffre di complesso di inferiorità non vive una vita felice, ma questo atteggiamento si può superare cominciando a lavorare su se stessi e sulla propria percezione di sé e degli altri.
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Individuare un complesso di inferiorità in genere è abbastanza semplice poiché i suoi sintomi sono piuttosto evidenti.
La persona che ne soffre vive un costante senso di inferiorità in ogni momento della propria vita, in ogni ambito della propria vita e, quasi letteralmente in ogni cosa che fa.
Questo porta a due conseguenze logiche:
Una persona che è sempre insicura e che quindi vive con la costante paura di fallire ogni giorno vedrà diminuire la propria autostima e tenderà quindi a svalutare e criticare aspramente se stessa, tutti i suoi comportamenti e tutti i suoi tentativi di ottenere qualcosa o di fare qualcosa.
La ruminazione è un processo mentale che porta a ripensare costantemente al passato per analizzare ogni azione compiuta e individuare gli errori commessi. Chi impiega tutte le proprie energie mentali per analizzare costantemente il passato e criticare i propri comportamenti è inevitabilmente bloccato nel passato, senza energie per vivere attivamente il presente e progettare il futuro.
L’ansia generalizzata è la conseguenza più logica di questo stato di cose, poiché un soggetto con complesso di inferiorità sarà tormentato dagli errori commessi in passato (veri o presunti) e sarà privo delle forze ma anche dell’autostima necessaria ad affrontare il futuro con ottimismo. Il pessimismo è quindi un’altra caratteristica molto comune tra le persone che soffrono di complesso di inferiorità.
Temendo così tanto il futuro, ma anche il giudizio del prossimo, le persone con complesso di inferiorità tendono anche all’isolamento sociale. Evitare rapporti e confronti con il prossimo diminuisce di gran lunga la possibilità di paragonarsi ad altri ma anche di essere criticati da altri quindi, in pratica, l’isolamento sociale è una strategia adottata per diminuire il proprio disagio psicologico.
Purtroppo bassa autostima, ansia, pessimismo e isolamento sociale sono fattori che portano quasi inevitabilmente alla depressione. Uscire da uno stato depressivo è complesso e può richiedere molto tempo: per questo motivo diventa fondamentale gestire il complesso di inferiorità prima che sfoci nella depressione.
La descrizione di un individuo insicuro, pessimista, ansioso e tendente all’isolamento sociale è di sicuro facile da associare all’idea comune di complesso di inferiorità.
La verità però è che i sintomi del complesso di inferiorità si possono manifestare anche in una veste completamente diversa e che difficilmente potrebbe essere associata a questo problema.
Una persona che soffra di complesso di inferiorità può apparire all’esterno con le caratteristiche tipiche di una persona socialmente vincente:
In realtà questi sintomi – così diversi da quelli descritti prima – nascono dallo stesso stato psicologico, ovvero una grande insicurezza e una scarsa o scarsissima autostima.
La nostra psiche è in grado di mettere in moto dei meccanismi di difesa dei quali spesso non siamo assolutamente consapevoli. Tali meccanismi vengono indicati come meccanismi di compensazione.
Può accadere però che, a fronte di una sofferenza psichica prolungata o troppo intensa, la mente metta in atto dei meccanismi di sovracompensazione.
Nel caso di una persona con complesso di inferiorità, questo meccanismo “compensa” il problema della mancanza di autostima ma sfocia spesso nel problema opposto, cioè nella costruzione di un’autostima eccessiva, che però è fittizia.
Il soggetto illude se stesso e gli altri costruendosi l’immagine di una persona sempre vincente, priva di problemi e di insicurezze. Per farlo però spesso denigra gli altri e critica aspramente le azioni di chi gli sta intorno per mettersi indirettamente in una situazione di superiorità.
Le persone che si costruiscono una falsa immagine da vincente hanno costantemente bisogno di conferme dall’esterno, quindi cercheranno di ottenere in continuazione riconoscimenti e apprezzamenti da parte degli altri. Si tratta di meccanismi tipici della personalità narcisista.
Quando si incontra qualcuno con una palese sindrome di inferiorità la prima azione che si compie di solito è esaltare i suoi successi. Si sottolinea anche che il senso di inferiorità che prova è immotivato e che non ha senso sentirsi così abbattuti.
Si tratta di un approccio completamente inefficace per due motivi. Il primo è che le persone che soffrono della sindrome di inferiorità non sono in grado di “processare” i complimenti. Questo significa che non li interiorizzano: il senso di soddisfazione che ne traggono è molto superficiale e limitatissimo nel tempo.
Il secondo motivo è che dicendo a una persona con un cronico senso di inferiorità che sta sbagliando a giudicare se stessa si sta sottolineando un ulteriore errore. Una persona insicura e con una bassissima autostima sarà portata semplicemente a pensare “ecco, ho sbagliato ancora, non sono capace di fare nulla”.
Approcciando la situazione da un punto di vista non terapeutico, quindi, la cosa migliore che si può fare è non negare i fallimenti e gli errori di chi si sente costantemente inferiore agli altri.
Al contrario, bisogna riconoscere che alcuni dei suoi fallimenti sono reali ma molti altri sono percepiti come tali a causa di un’abitudine a giudicare in maniera troppo critica le proprie azioni. L’invito più costruttivo dovrebbe essere a essere più gentili con se stessi.
Le persone con bassa autostima, abituate a sentirsi inferiori agli altri, dovrebbero inoltre allentare tutte le relazioni tossiche, cioè delle relazioni basate sul giudizio (i gruppi che passano il tempo a criticare gli altri, i parenti che fanno continui confronti tra membri della famiglia eccetera). In questo modo sentirebbero molto meno la pressione del giudizio sociale e saranno portate a essere meno severe nel giudizio verso se stesse.
Infine, chi soffre di un complesso di inferiorità dovrebbe praticare attività da cui trae piacere ma al di fuori da un contesto giudicante. È fondamentale tornare a fare cose che donano serenità e pace senza avvelenare questi sentimenti con il bisogno di paragonarsi agli altri o di confrontare le proprie performance con quelle “ideali”.
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Se hai riconosciuti i sintomi di un complesso di inferiorità e vuoi parlare della tua situazione contattami in qualsiasi momento. La terapia è uno strumento fondamentale e molto efficace per smettere di sentirsi inferiori agli altri e tornare a vivere pienamente la propria vita.