Tutti abbiamo paura di qualcosa, però a volte le paure possono essere insidiose, alcune rimangono semplici paure, altre diventano fobie. In questo articolo ti parlo di come vincere le fobie.
Indice dei contenuti
Le fobie sono vere e proprie patologie d’ansia che si concretizzano con la paura di affrontare determinate situazioni, oggetti o ambienti.
Chi è affetto da una delle numerosissime forme di fobia esistenti cerca in tutti i modi valide argomentazioni e alibi al fine di non fronteggiare il pericolo palesato ed ingigantito solo all’interno della propria percezione psicologica.
vincere le fobie
Le fobie non fanno altro che rendere insormontabili paure o timori che possono colpire chiunque.
Se costretti a fronteggiare apertamente la paura, i soggetti affetti da tale disturbo accumulano un enorme quantitativo di stress talmente grande da sfociare in un forte attacco di panico.
In tali casi le fobie diventano ostacoli insormontabili che impediscono al soggetto che ne soffre di vivere un’esistenza serena e spensierata. Al contrario, ogni azione quotidiana è pianificata al fine di evitare di fronteggiare la fobia. In tal senso tra fobie e paure c’è un divario abissale, in quanto queste ultime pongono un soggetto semplicemente in uno stato di disagio che può essere facilmente fronteggiato.
Le fobie sono paure intense, irrazionali e persistenti nei confronti di specifici oggetti, situazioni o attività. A differenza della paura normale, che è una risposta adattiva al pericolo, le fobie possono interferire significativamente con la vita quotidiana di una persona. Ma come nascono le fobie? La risposta a questa domanda coinvolge fattori biologici, psicologici e ambientali.
Studi neuroscientifici suggeriscono che alcune persone possono essere geneticamente predisposte a sviluppare fobie. Il sistema limbico, in particolare l’amigdala, gioca un ruolo chiave nella regolazione delle emozioni e delle risposte di paura. Se l’amigdala è iperattiva, potrebbe amplificare le risposte di paura, favorendo lo sviluppo di fobie.
Un’importante teoria psicologica sullo sviluppo delle fobie è il condizionamento classico. Questo meccanismo, studiato da Ivan Pavlov, si verifica quando un’esperienza negativa viene associata a un oggetto o a una situazione. Ad esempio, una persona che è stata morsa da un cane da bambina potrebbe sviluppare una fobia dei cani.
Oltre al condizionamento diretto, esiste anche l’apprendimento vicario: osservare un familiare o un amico reagire con paura a qualcosa può indurre lo stesso timore. Ad esempio, un bambino che vede la madre spaventarsi alla vista di un ragno potrebbe sviluppare una fobia degli aracnidi.
Le esperienze infantili giocano un ruolo cruciale nello sviluppo delle fobie. Traumi, stress elevato e un’educazione iperprotettiva o ansiosa possono aumentare la vulnerabilità alle fobie. Inoltre, fattori culturali influenzano quali fobie sono più comuni in una determinata società.
Da quante enunciato nei precedenti paragrafi, riconoscere ed accettare una fobia è il primo passo verso la guarigione. Per riuscire a sbarazzarsi per sempre di un disturbo del genere l’unica via praticabile è iniziare ad affrontare le proprie fobie, comprendendone le radici, le cause ed imparando ad affrontarle in modo costante e graduale.
Un processo del genere deve necessariamente essere guidato da uno psicologo che indicherà al paziente la terapia più consona ed adatta al caso specifico.
Tornando all’esempio delle fobie sociali (una forma di fobia complessa ma molto diffusa), in tal caso dovremmo più specificatamente parlare di disturbi d’ansia sociale da non confondere con la timidezza.
Questa forma di fobia altamente invalidante impedisce di vivere serenamente in modo particolare l’incontro con persone nuove. Alla base coesistono differenti paure radicante nell’inconscio del soggetto e legate a situazioni e paure comportamentali passate.
I primi sintomi di fobia sociale appaiono spesso durante il periodo adolescenziale, in cui il soggetto tende ad isolarsi per paura di essere preso in giro o posto in disparte dai propri coetanei.
Si tratta di un disturbo che può essere superato solo razionalizzando il problema ed eliminando il timore di essere giudicati e non essere accettati. Si tratta di un percorso lungo e complesso che va affrontato accanto ad uno psicologo.
Nel mondo sono milioni le persone affette da fobie di qualsiasi tipo. Le più diffuse sono certamente:
– l’aerofobia: ovvero la paura di volare. Tale fobia può apparire davvero invalidante per chi necessità di viaggiare, ad esempio, per lavoro;
– la claustrofobia: una delle paure più diffuse è senza dubbio quella di rimanere intrappolati in spazi piccoli con la terribile sensazione di non riuscire a respirare;
– l’ipocondria: la fobia di essere affetti da varie forme di malattie. Spesso sono soggetti giovani ed in piena salute a soffrirne;
– noctifobia: la fobia di rimanere al buio e può colpire individui di qualsiasi età.
Nei casi più comuni le fobie possono essere gestite e mantenute sotto controllo. Le fobie sotto controllo sono molto diffuse ma non incidono in maniera decisiva sullo stile di vita del soggetto. In questi casi non è necessario rivolgersi ad uno specialista per un consulto, in quanto il soggetto è in grado di fronteggiare il pericolo, anche se con forme d’ansia lieve.
Quando siamo d’innanzi a forme più gravi ed invalidanti, che minano alla base la fiducia in stessi, il piano d’azione deve necessariamente essere più concreto ed aggressivo.
Non basta sforzarsi di controllarle ma è necessario l’intervento di uno psicologo che possa guidare il soggetto in un processo completo di riabilitazione comportamentale che mini alla radice la fobia.
In tali casi il primo elemento da esaminare è la causa della fobia.
Nel caso degli stati d’ansia sociali, molto spesso la patologia è scatenata da traumi infantili o adolescenziali che hanno profondamente intaccato la fiducia e l’emotività del soggetto. In altri casi si può trattare di traumi mai superati del tutto che si protraggono anche in età adulta. In situazioni più complesse le radici delle fobie sono difficili da individuare.
Dopo aver individuato quale sia la causa scatenante della fobia, il secondo passo da compiere assieme ad un terapeuta è quello di porre in essere una terapia continuativa che miri a modificare il comportamento del soggetto, ovvero i riflessi comportamentali che scattano automaticamente in presenza del pericolo che caratterizza la fobia.
La terapia ha quindi come oggetto i comportamenti automatici di difesa che il fobico pone in essere per proteggere se stesso dalla fobia. Il trattamento andrà a porre in essere un processo di decondizionamento che modifichi il comportamento dell’individuo fobico. Grazie a questo iter il paziente sarà in grado, nel tempo, di fronteggiare le proprie paure.
Si tratta, ovviamente di un percorso lento e costante. Non sarà possibile ottenere risultati rapidi e veloci nel breve periodo. In un primo momento il soggetto dovrà accettare l’oggetto della sua fobia e familiarizzare con esso. Quando il grado di accettazione avrà raggiunto un certo livello, il soggetto potrà iniziare a fronteggiarlo gradualmente in maniera progressiva.
In questa fase potranno risultare molto utili degli esercizi per controllare l’ansia nelle situazioni di grande stress emotivo che il soggetto dovrà inevitabilmente fronteggiare.
Nel caso delle fobie di tipo sociale la terapia sarà di tipo dinamico.
È importantissimo comprendere che curare qualsiasi forma di fobia richiede tempo, pazienza e costanza. Accelerare eccessivamente i processi potrebbe solo creare risultati negativi, andando a rendere le fobie più forti e solide.
Senza aspettare che l’ansia divori la tua vita, chiamami subito al numero 388 11 09 978 e ti risponderò io di persona.
P.s. Nel sito c’è anche un modulo di contatto dove risponderò tramite email. Puoi usare anche quello. Se vuoi migliorare prima la tua vita, allora chiamami al 388 11 09 978.