trauma emotivo
Dopo aver subito abusi domestici, la richiesta è quella di sapere quanto tempo trascorrerà prima di recuperare da questo trauma emotivo. Purtroppo non vi è alcun periodo di tempo preciso per il recupero da traumi psicologici. Proviamo a fermarci e capire come recuperare da un trauma emotivo di abusi domestici.
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Se attualmente la tua condizione è quella di stare in casa con il tuo abusatore, certamente non possiamo pensare ad un recupero da trauma emotivo, dato che la fonte del trauma è proprio vicino a te. La cosa immediata che si dovrebbe fare è quella di andare via dall’abitazione, o mandare via il vostro abusatore. In questo articolo mi riferisco particolarmente al genere femminile, dato che è quello più abusato. In questo caso l’abusatore può essere il padre, il marito o addirittura il figlio ( vedi storie di figli tossicodipendenti che estorcono denaro alle madri con aggressività ).
Una situazione che spesso rende difficile il processo di allontanamento è il semplice fatto che nei momenti in cui la persona non viene abusata, il rapporto sembra paradossalmente un buon rapporto. Se prendiamo come esempio due coniugi, questo benessere apparente si verifica quando si va in vacanza. Da qui il termine inglese “madness holiday”.
Cosa si può fare quando il tuo abusatore abita con te? La risposta è da ricercare in quelle attività che ti fanno stare bene. Ricorda che la persona che ti abusa non ha assolutamente piacere vederti star bene. In questi casi così delicati può aiutarti a uscire fuori da questa situazioni alcune cose che secondo me sono importanti da fare:
1. Chiedere un aiuto psicologico per verificare stati di ansia e depressione
2. Meditare. Fare attività di meditazione o respirazione
3. Distaccarti dal tuo abusatore
4. Chiamare un numero verde per le donne abusate
5. Chiedere un aiuto esterno a conoscenti, amici o familiari
Questa è la fase in cui puoi finalmente pensare ad un recupero emotivo su quello che hai passato. Ci sono 3 fasi nel recupero da trauma emotivo, e conoscerle ti aiuta ad affrontarle meglio, perchè conoscere quello che ci aspetta, sicuramente ci fa sentire a tutti meno in ansia.
1. Sicurezza e stabilizzazione
2. Memoria e lutto
3. Riconnessione e integrazione
Come prima cosa le vittime di traumi emotivi dovrebbero lavorare per riconquistare i loro sentimenti di sicurezza e stabilità mentale. Più facile a dirsi che a farsi, ma sicuramente fattibile. Chi vi può aiutare a sentirvi di nuovo più forti? Sicuramento un sostegno di tipo psicologico è di fondamentale importanza, ma altrettanto importante è cercare la forza interiore. Vediamo come:
Nella seconda fase, di memoria e lutto, avviene durante una terapia, in cui si cerca di lavorare attraverso quei ricordi e si piange sulle aspettative mancate, come il rapporto che poteva essere, e non quello che in realtà era. Le emozioni in questa fase sono veramente tante. Dalla tristezza di aver perso una persona che magari era anche un punto di riferimento importante, alla rabbia per tutto quello che è stato subito. In questa fase, dal punto di vista psicologico, possiamo dire che ci troviamo nei pieni sintomi di disturbo post traumatico da stress. E’importante non sforzarsi di uscire da questa fase. La donna vittima di abuso ha bisogno di viversi le emozioni e i sentimenti verso il proprio abusatore e verso ciò che è stato. Cosa si può fare? Sicuramente un pò quello che si è iniziato a fare nella prima fase, cioè parlare, parlare e parlare, mantenere i propri sentimenti di sicurezza e stabilità, e continuare con attività che danno libero sfogo alle emozioni fin troppo a lungo represse.
In questa ultima fase il trauma emotivo viene lasciato alle spalle e la persona inizia a vivere una nuova vitae sentirsi finalmente bene. Sotto troverete alcuni spunti su come aiutare il processo di integrazione e riconnessione dopo il trauma emotivo.
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