L’impatto di facebook sulla salute mentale è stato studiato per anni. In questo articolo cercherò di spiegare perchè un depresso non dovrebbe usare facebook. Diversi studi hanno dimostrato che la quantità di tempo e il modo in cui le persone utilizzano la piattaforma facebook, posson, infatti, essere collegate con la depressione. Nel 2015 è stato pubblicato uno studio effettuato dall’Università del Missouri, dove indica che facebook è un luogo virtuale dove i sentimenti di invidia proliferano e a lungo andare la rabbia provata, lascia spazio alla depressione .
Ecco i 5 motivi per cui un depresso non dovrebbe usare Facebook:
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La depressione è una malattia che porta all’isolamento, e dover stare con le altre persone diventa un peso terribile. Immaginate quanto sia poco piacevole dover stare in una stanza piena di amici, familiari e persone care, e sentirvi allo stesso tempo soli e abbandonati. Su facebook avviene una situazione simile, in cui si hanno un sacco di contatti, si ha a che fare con notizie relative la vita delle persone e allo stesso tempo si aspetta che qualcuno commenti o metta mi piace ad una foto da noi pubblicata. In una persona depressa, questo, può indurre un senso di desolazione all’ennesima potenza.
Anche partecipare in maniera attiva a facebook può essere frustrante. Le persone con cui si sta interagendo sono fatte di carne, ma allo stesso tempo sono virtuali, non ci sono, e la maggior parte sono solo “amici di facebook”. Cercare di colmare il proprio vuoto tramite un social, porta ad una profonda tristezza una volta che si chiude il computer o quando per un motivo o per l’altro quel giorno non ci si può connettere su internet.
Chi soffre di depressione, quasi sempre tende molto a confrontarsi con gli altri, e su facebook il confronto avviene in maniera automatica. Un amico pubblica l’inizio di un nuovo lavoro, e la persona depressa tenderà a pensare “Perché io no?”. Questa situazione andrà a peggiorare l’umore depresso. Ovviamente in questo modo si andrà ad alimentare la patologia. Ecco un pensiero tipico di un depresso:
Questo è l’aspetto che mi affligge. Accedo a facebook e vedere il mio compagno di scuola elementare che si è appena comprato una casa, e guardarmi intorno e vedere il mio piccolo appartamento, è un qualcosa che non mi fa stare bene.
Ciò che mostra facebook, non è mai la storia vera e completa di qualcuno. Per continuare l’esempio sopra riportato da un paziente depresso, la storia di quel suo compagno di scuola può essere non così rosea come appare sul social, per esempio questa persona può avere problemi in famiglia o di salute che di certo non annuncia su facebook. Questo è soltanto uno dei motivi per cui un depresso non dovrebbe usare facebook.
Come tutte le piattaforme di social media, facebook è un gioco di numeri. Quanti amici hai? Quante persone hanno commentato il tuo post o la tua immagine? Se si soffre di depressione, ricevere un commento negativo, incide maggiormente alla persona che ne fa un problema personale.
L’ultimo punti dei 5 motivi per cui un depresso non dovrebbe usare facebook è la sensazione che bisogna controllare sempre più spesso la propria pagina, altrimenti si perde un post divertente o una frase pubblicata da un amico. E più persone si hanno come amici, più questa necessità è presente. Chi soffre di depressione, maggiormente è presente questo meccanismo. A volte scatta anche il senso di colpa per trascurare i propri amici virtuali se non ci si collega spesso. “E se il mio amico ha pubblicato qualcosa e non faccio in tempo a rispondere o a partecipare alla discussione?”
Questi sono solo 5 motivi per cui un depresso non dovrebbe usare facebook, ma naturalmente se ne possono trovare anche di più. Personalmente mi sento di dire che facebook, come i social sono un po’ dei fast-food o cibi spazzatura, se preso a piccole dosi può non far male. Non mi riferisco solo a chi è depresso e vede in questo, l’opportunità di “sentirsi non più solo”, ma anche all’enorme quantità di narcisisti che alimentano la propria patologia all’ennesima potenza. Ogni caso naturalmente è a parte, e questi aspetti vanno poi trattati all’interno di uno studio di psicoterapia, ma mi auguro che questo articolo possa far riflettere.
Amleto Petrarca
psicologo-psicoterapeuta
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